Dettagli Recensione
La più profonda alienazione della letteratura
Timido e umile di fronte ai grossi tomi fra i classici e non, "Il vecchio e il mare" è probabilmente il libro più coinvolgente che si possa mai leggere.
Fin dalle primissime pagine, si può perfettamente cogliere quanto la forza delle parole artisticamente scelte e ricercate possa penetrare così tanto a fondo nell'animo di chi le legge, al punto che ci si sente assolutamente trascinati a forza dalla realtà per poi alienarsi totalmente e trovarsi lì - proprio lì - sulla barca, accanto al povero vecchio. Eppure, a ragione, il lessico non è per nulla complesso o particolarmente astruso: ciò che rende sensazionale questo piccolo volumetto è proprio il fatto che il nostro Hemingway - spesso barbariamente accusato di ovvietà e di banalità - abbia saputo rendere interessante ciò che è lungi dall'esserlo per l'uomo medio del ventesimo e del ventunesimo secolo.
Gli aspetti che più andrebbero lodati all'autore - e che ne sono quindi fonte di successo nella narrazione - sono senza dubbio l'espressione del rispetto e dell'amore per la natura, elementi umani che ormai sono sempre più rari.
Come non ci si potrebbe commuovere di fronte alla dedizione del giovane Manolin che, nonostante i tempi duri e le imposizioni genitoriali, si ritrova costantemente a pensare al suo maestro, a chi gli ha insegnato a vivere, a procurarsi sostegno, a pescare? Come non potrebbero colpire le attenzioni della nuova generazione per la vecchia? Ecco che, discretamente, Hemingway lascia che nei suoi lettori si insinui quel senso di manchevolezza, quel senso di vergogna al cospetto di un mondo umile e nobile, che ormai tendiamo a mettere da parte e che le nuovissime generazioni addirittura disconoscono, un mondo nei confronti del quale dimostriamo sempre minor gratitudine, minor rispetto.
E come tralasciare quel panismo - come lo definirebbero i Greci - quel senso di fusione fra l'uomo e la natura? Ciò che scuote l'animo del lettore è proprio la naturalezza e la purezza del rapporto fra questi due elementi, un rapporto ad armi pari con questa natura, questa incredibile forza che assume un ruolo di entità con cui discutere, confrontarsi: un'entità da amare e da rendersi amante, per poi non pentirsene mai.
D'altronde, questo è proprio ciò che esprime "Il vecchio e il mare" alla sua conclusione: credere in sé stessi e nelle proprie fonti di ricchezza è il primo passo verso il successo e l'apprendimento.
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