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Good bye zipper
Nato a Boston da madre alcolizzata e senza fissa dimora, il cibo arraffato alla bell'e meglio tra i bidoni dell'immondizia. La violenza, la fuga, la paura, la disgrazia di appartenere nella catalogazione umana a una razza infestante : " pulci, ratti, ebrei ".
Un rifugio di fortuna nello scantinato di una libreria e Mamma che , intrufolandosi di notte tra pile e pile di libri spinta dallo spirito di sopravvivenza ed ignara del danno culturale, lavora scavando le pagine e spezzettando coriandoli di morbida cellulosa per il giusto giacilio dei suoi figlioli. Dodici piccoli e poi Firmino... Il tredicesimo ratto.
Gracile piu' di tutti, carente l'anatomia materna della tredicesima mammella, il povero Firmino si trova sempre piu' debole ed affamato, incapace di fronteggiare i fratelli nella lotta all'alimentazione. Così chi ha fame da morire, seppur senza saziarsi a dovere, trova il modo di ruminare . Firmino si nutre dei batuffoli di carta stampata, la letteratura diviene il suo pane quotidiano tanto da modificarne i tratti somatici e renderlo un topo estremamente intelligente, un lettore insaziabile ed appassionato, così dissimile dalla sua specie eppure così incompatibile con quella umana.
Ben lontano dall'essere una storiella per bambini, il romanzo di Savage e' uno splendido regalo ai bibliofili adulti. Meravigliosamente intriso di malinconia e solitudine, l'isolamento di un essere intrappolato in un corpo minore ma estremamente dotato si dipana tra sogni e progetti di condivisione, la necessita' di affetto incombe, prorompe, esplode.
Ben scritto e per nulla banale, metafora del decadimento della societa' e ode alla letteratura, Firmino il roditore depresso e brillante rattrista, commuove, intrattiene, diverte.
" I ratti non hanno lacrime. Asciutto e freddo era il mondo e bellissime le parole..."
Tra le varie disgrazie sentimentali che rifuggo, mai mi capito' di contemplare l'innamoramento di ratto. Eppure, e' innegabile, questo racconto non e' stato solo d'effetto ma anche prepotentemente d'affetto . Di quelli che dopo l'ultima pagina abbracci, accarezzi e riponi in libreria lontano da veleni indiscreti. Buona lettura.
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Commenti
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Dopo Ratatouille denota una "rattizzazione" del sentire comune che a mio giudizio va valutata positivamente. :)
Basta con lo stereotipo della immonda pantegana: i graziosi topolini di campagna esistono. Diciamolo.
Bella segnalazione, C.U.B.!
mi ha sempre attratto questo titolo ma non capivo che tipo di lettura fosse....ora ho le idee chiarissime grazie a te!
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a presto paola