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....parlo generosità
Il mio primo Miller. Non sarà certo il solo.
Quest’opera non può essere recensita.
Si dovrebbe studiare, passo passo, cercando di capire e sviluppare gli innumerevoli messaggi filosofici.
Personalmente , ho letto lentamente, cercando di metabolizzare, mentre in parallelo leggevo altri libri più leggeri. Credo di aver perso molto, strada facendo, ma mi riprometto di rivedere e rileggere con maggior attenzione.
Non sono solita scrivere citazioni, ma qui ogni pagina, ne avrebbe una da segnalare.
Es: parlando delle guerre:
O ancora, parlando di sé stesso:
Questa per i qlibristi più accaniti
‘’…………..mi guastarono in boccio i libri che leggevo…………….Io li leggo dalla prima all’ultima pagina e poi li butto da una parte. Li divoro uno dopo l’altro: E più leggo più divento insaziabile. Non c’è limite…..’’
Potrei stare qui due anni a scrivere, ho fatto orecchie una pagina si e una pure!
Insomma questo aurore, di origini tedesche, viveva a Brooklyn, figlio di un sarto. La miseria faceva parte della sua esistenza.
In questo libro in parte autobiografico, risalta il suo sentirsi diverso, a volte nel senso di sentirsi sbagliato, ma spesso nel senso di avere una marcia in più rispetto agli altri. Questo sentimento di autostima in parte fu rafforzato dal fatto che aveva una sorella che non si poteva definire una cima.
Anche sulle tanto citate oscenità, riferite al modo esplicito di descrivere le sue prodezze sessuali, al suo modo di affrontare la vita, senza risparmiarsi, non pensando al domani, alle conseguenze delle proprie azioni sconsiderate, trovo una’affinità con altri autori a lui contemporanei.
Modo di vivere non tanto scandaloso, ma reale e comprensibile per quel periodo, comportamenti che ho notato anche in mio padre giovane. Almeno stando ai racconti, io ovviamente non c’ero ancora.
Miller è un dadaista, senza la consapevolezza di esserlo, è spontaneo in lui essere così. E’ un buono, generoso, ma tale solo per egoismo, non può essere diverso da quel che è!
Anche quando lavorava alla società telegrafica, non poteva non aiutare chi ne aveva bisogno, spesso di tasca propria. Il denaro per lui era solo un modo per sopravvivere e non aveva alcuna importanza.
La vita era per lui un qualcosa che non poteva essere programmato, da essa si deve prendere tutto cio’ che ci viene offerto.
Il rapporto sessuale occasionale, la bevuta con gli amici, spendere tutto ciò che si ha in una notte…..
Questo atteggiamento nei confronti della vita, lo si ritrova in molti autori dell’inizio del secolo scorso, vedi Marquez, Fante, Bukowsky e chissa ‘ in quanti altri.
Tanta crudezza, tanto realismo puro e schietto, poi rivelazione, le ultime pagine scoprono un Miller dolcissimo che si rivela disposto al legame con la donna della sua vita.
Ragazzi che dire, non si può non leggere questo libro, non conoscere questo autore.
Si dovrebbe studiare a scuola, ovviamente dopo i 18 anni.
Per me e ‘ stato una scoperta fantastica, e sono solo al primo sbirciare!
SUPERCONSIGLIATO
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bukowsky, assolutamente fuori dalle righe e dalla grazia
Commenti
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Anche a me è piaciuto il "Tropico del Cancro", leggilo!
Miller, tra l'altro, è in "Henry e June" di Anais Nin, che ho appena commentato :-)
Sai che con questo tuo intervento ho scoperto una nuova dimensione di Paola?
Bruno