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Il complotto contro l'America
 
Il complotto contro l'America 2014-10-01 17:55:12 f.martinuz
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
f.martinuz Opinione inserita da f.martinuz    01 Ottobre, 2014
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IL COMPLOTTO CONTRO L'AMERICA

Il titolo di questo bellissimo libro potrebbe trarre in inganno qualunque lettore suggerendo una trama banale e ovvia, tipica di un buon thriller o romanzo spionistico.
Il complotto c'è ma appare evidente solo nella conclusione del romanzo; esso incide inevitabilmente sulle vicende del piccolo Philip Roth e della sua famiglia ma l'autore preferisce porre l'attenzione del lettore sull'evoluzione psicologica dei vari protagonisti che appaiono sulla scena, adottando inoltre punti di vista differenti e alternando con estrema abilità una storia frammista di realtà e utopia alla vita quotidiana di Philip e dei suoi parenti.
L'ambientazione in cui gran parte della vicenda si svolge è Newark, una ridente e gioiosa cittadina del New Jersey che viene mirabilmente descritta dall'autore. Quest'ultimo, grazie alla sua infinita capacità letteraria, riesce a trasportare il lettore nel teatro dell'azione; ci si trova quindi improvvisamente immersi in un tranquillo quartiere periferico con parchetti, strade ben asfaltate, case con giardini ben tenuti, chiese e sinagoghe. Si sinagoghe perchè il quartiere è di fatto un rione ebraico popolato quasi esclusivamente da ebrei. La famiglia Roth stessa è di origine ebraica sebbene in tutti i membri sia ben saldo l'orgoglio americano, la fiducia nella nazione e nello Stato; temi questi molto ricorrenti nel libro che sono perfettamente impersonati dal padre di Philip.
Stando a quanto ho appena scritto sembrerebbe si tratti degli anni '80 o '90; invece la vicenda prende le mosse dagli anni 30' e si prolunga nei turbolenti, fumosi e violenti anni '40 in cui l'essere ebreo o il non esserlo poteva, in alcuni casi, fare la differenza tra la vita e la morte.
Ed ecco che cosi Roth ci fa turbinare tra decine di personalità e figure politiche, religiose, mediatiche. Veniamo a conoscere il leggendario Lindbergh, autore del primo volo transatlantico della storia da New York a Parigi e accanito antisemita, legato al Terzo Reich di HItler e portabandiera dei repubblicani; ci imbattiamo in FDR (Franklin Delano Roosvelt), baluardo democratico e interventista nella Seconda Guerra Mondiale, Walter Winchell, speaker radiofonico e acerrimo nemico del nazismo e dell'antisemitismo e tanti altri personaggi che animano l'universo americano di quegli anni.
Questi personaggi e gli eventi a loro legati hanno l'effetto di un violento tornado sulla famiglia Roth composta dal piccolo Philip, amante della filatelia, da Sandy, il giovane fratello che, nella sua acerbità, cade nella trappola di Lindbergh, il padre Herman, personificazione dell'orgoglio americano, la madre Bess, angelo del focolare e infine il cugino Alvin che parte volontario per la guerra ma ritornerà fisicamente e psicologicamente devastato.
L'incidente di Sandy è solo il primo passo verso la catastrofe che si abbatte sulla famiglia Roth ma anche sugli ebrei di tutta America. Lindbergh prende il potere, la democrazia inizia a vacillare, Hitler continua a mietere vittorie, lo spirito antisemita, su cui soffia il governo, si diffonde lentamente, la paura serpeggia, diplomatici tedeschi vengono accolti in pompa magna al Casa Bianca, cuore pulsante e simbolo della democrazia americana, i mass media vengono gradualmente zittiti.
Tutto ciò si riverbera sui Roth: le certezze decadono, la sicurezza va in pezzi, il padre perde il lavoro, Sandy non è più se stesso, Bess perde la sua forza; tutto crolla e la vittima di tale disfacimento è il piccolo e fragile Philip Roth la cui innocenza infantile deve far ben presto i conti con il mondo reale e Roth (l'autore) riesce a trasmettere l'evoluzione di Philip.
Il libro non possiede il ritmo incalzante dei thriller di Ken Follett ma è estremamente coinvolgente e scorrevole, le parole si susseguono come una melodiosa sinfonia che solo Philip Roth, tra tanti autori che ho letto, riesce a suonare creando periodi stilisticamente complessi ma incredibilmente ficcanti, precisi, esaustivi e comprensibili. E' questa forse la vera grandezza di questo libro: lo stile!
In conclusione questo libro si potrebbe definire come un romanzo di formazione, storico e psicologico insieme e lo consiglio vivamente a chiunque ami la lettura.

P.S: lo consiglio in edizione Einaudi in quanto fornisce dettagli sulle vite dei vari personaggi.

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Commenti

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Una recensione veramente interessante, e una situazione politica incredibile. Anche Singer nei suoi romanzi rende l'idea che Hitler ha premuto il grilletto contro gli ebrei ma tutto il resto del mondo aveva la pistola in mano.
In risposta ad un precedente commento
f.martinuz
02 Ottobre, 2014
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Grazie per il complimento! Non ho mai sentito parlare di Singer e non lo conosco, potresti consigliarmi qualcosa di questo autore?
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