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Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve
 
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve 2014-09-24 09:13:48 Virè
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Virè Opinione inserita da Virè    24 Settembre, 2014
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Buone premesse non del tutto rispettate

Devo dire la verità tra il titolo, la quarta di copertina e le prime pagine mi sarei aspettata di più da questo romanzo. L'idea è carina e l'incipit invogliante, incuriosisce sin dalle prime righe: dove andrà mai questo vecchietto centenario, scappato in modo così divertente dalla casa di riposo, proprio mentre stanno arrivando gli invitati per la sua festa di compleanno?
Pian piano però il ritmo si affievolisce, la curiosità rimane, ma la storia prosegue lentamente, procendendo secondo due persorsi narrativi: la fuga, ambientata nel presente e i ricordi del passato dell'anziano, che ha girato un po' tutto il mondo, partecipando ad innumerevoli ed importanti eventi storici nei diversi paesi.
La curiosità di vedere dove andrà a finire, dove lo porterà la rocambolesca fuga, permane, ma si interrompe durante i lunghi resoconti del suo passato, dove si cerca di affidare il divertimento a situazioni surreali, che personalmente non mi hanno conquistato, anzi hanno contribuito a farmi ritenere tutto eccessivamente fantasioso e irrele. Chiariamo, ovvio che dalle prime pagine, dalla fuga in pantofole e poco più , è chiaro che non si tratta di un romanzo "reale" e di una storia "con i piedi per terra", però probabilmente è l'ironia e il modo di raccontarlo che aiuta a mantenere di più il contatto con il racconto. Andando avanti questo si perde, vengono raccontati, in maniera anche un po' noiosa, episodi sì divertenti, ma che non suscitano perticolare curiosità e fanno perdere la voglia di andare avanti fino al tanto sospirato finale. Credo che l'idea fosse molto carina, ma il tentativo di percorrere, tutta, ma proprio tutta, la storia di più di mezzo secolo, senza voler perdere nemmeno uno dei grandi avvenimenti che l'hanno caratterizzata e pretendendo di rendere sempre lui il protagonista di tali eventi, abbia reso pesante la narrazione, togliendole quella semplicità, quell'immediatezza e quel divertimento che invece all'inizio presentava.
Diciamo che la storia principale, quella ambientata ai tempi nostri, mantiene abbastanza le premesse dell'inizio; premesse che invece sono perse totalmente nei racconti del passato, a volte troppo approfonditi, per dilungarsi su episodi di ben poca importanza, a volte troppo superficiali, forse per mancanza di idee e che, quindi, rendono ancor più inutile la divagazione su quel periodo storico.
Inoltre una scelta di tal genere ha fatto sì che gli altri personaggi rimanessero sempre e solo di contorno alle peripezie del protagonista, quando invece avrebbero potuto dare molto di più alla storia, essendo tutti ben congeniati, ben caratterizzati e altrettanto simpatici.
Insomma, il giudizio non è negativo, ma non è di certo un libro che rimane impresso. Nonostante ciò lascio aperta la possibilità di tentare con il secondo, "Storia di un analfabeta che sapeva contare", sperando che quel senso di leggerezza, ilarità e divertimento che si avverte qui parzialmente, possa caratterizzare tutto il racconto.

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Commenti

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02 Febbraio, 2017
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condivido appieno il giudizio,da un inizio accattivante e divertente la lettura poi si fa caotica e noiosa, il racconto è talmente improbabile che demotiva la voglia di conoscere il finale.
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