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I ragazzi Burgess
 
I ragazzi Burgess 2014-09-08 08:35:14 Cristina72
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    08 Settembre, 2014
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Nessuno conosce mai veramente qualcuno

E' l'America contemporanea in particolare e l'umanità in generale ciò che la Strout scruta con occhio acuto e compassionevole, mentre racconta una storia che è un mix sapiente di quotidianità e profonde riflessioni.
“Nessuno conosce mai veramente qualcuno”, si legge nelle prime pagine, e sembra essere proprio questa la peculiarità del romanzo: ciascun personaggio è descritto in modo diverso a seconda del punto di vista di chi lo giudica e sta al lettore afferrarne la vera essenza.
Si entra subito in empatia con Bob, il fratello imbranato e strapazzato dalla vita, simile ad un grande orso di peluche, così diverso dal brillante Jim, quello che ce l'ha fatta.
C'è chi ha vinto e chi ha perso, fino a quando si scopre che qualcuno ha barato e che il passato presto o tardi presenta il conto: “Niente è mai tanto tempo fa”.
Situazioni e stati d'animo sono resi con realismo perfetto sullo sfondo di una cittadina puritana del Maine, lacerata tra diffidenza e tolleranza di fronte ai suoi nuovi abitanti provenienti dalla Somalia.
Poi c'è New York, affrescata in modo impeccabile, e la bolla immobiliare che di lì a poco scoppierà mettendo in ginocchio l'economia di una nazione “buona e generosa per un verso, sprezzante e crudele per altri”.
L'amore fraterno e coniugale è il sentimento predominante e attraversa la narrazione come l'unica certezza, come una corda robusta che si assottiglia ma non si spezza indicando sempre la direzione da prendere.
Andare oltre i pregiudizi senza fermarsi alle apparenze, accettare il semplice fatto che non esiste un modo perfetto di vivere e prendere consapevolezza del “carattere prismatico del nostro sguardo sugli altri” è il messaggio che passa tra le righe, anche tramite i pensieri di un uomo somalo che prima di arrivare negli Stati Uniti aveva immaginato che la neve fosse fredda e bianca:
“Ma la neve non era così. Era silenziosa, intricata, pieno di mistero”.
E' un romanzo da assaporare pagina dopo pagina, intenso e corroborante. Farà del bene a chi lo legge.

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Commenti

10 risultati - visualizzati 1 - 10
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Veramente un bel commento, Cristina.
Ho sentito dire un gran bene dell'autrice, ma il numero di libri, lì nello scaffale, in attesa di essere letti è ancora piuttosto elevato...
Comunque è un nome che terrò in molta considerazione.
Perchè quel titolo? E' il cognome dei fratelli di cui si racconta?...
Te lo chiedo perchè è anche quello dell'autore di Arancia meccanica... Non vorrei sorprese :)
a mio giudizio non è il miglior Strout, dopo aver letto "Olive Kitteridge" si percepisce la differenza..
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
09 Settembre, 2014
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Devo decidermi a leggere la Strout, prima o poi.
@Silvia: le opinioni a proposito del miglior romanzo della Strout sono piuttosto controverse e al momento non la conosco abbastanza per dire la mia.
@Rollo: vai tranquillo, è solo un caso di omonimia :-)
Grazie Emilio, leggila ne vale la pena!
La scoperta della neve (probabilmente non solo quella, vero?) è da incorniciare!!! :-)
Mi sa che te la rubo...
b
In lista da tempo.
Elido Fazi è un grande intenditore di letteratura americana e ha un ottimo fiuto commerciale (con Twilights, ma non solo, ha realizzato ottimi guadagni). Grande promozione della Strout al Festival di Mantova...
Lieta di averti ispirato Bruno :-)) @Pierpaolo: il fiuto commerciale per un'opera non sempre corrisponde alla qualità letteraria della stessa, ma in questo caso le due cose coincidono :-)
In risposta ad un precedente commento
gracy
12 Settembre, 2014
Ultimo aggiornamento:
12 Settembre, 2014
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Hai dato lustro con questo commento a tutti i punti di forza del libro, che come a Silvia mi ha lasciata tiepidina, la Strout è una penna straordinaria che dosa con anima e cuore il corroborante della mente di ognuno di noi. Olive Kitteridge e Amy e Isabelle sono diverse spanne sopra. Aspetto un tuo giudizio! E poi ha ammesso di amare Elena Ferrante che in Italia è forse una delle migliori penne viventi.
@Pierpaolo
mi sono persa il festival di Mantova, sono molto affezionata a questa bella maratona, penso la più bella che abbiamo in Italia.
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
13 Settembre, 2014
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La ritengo superiore anche a Franzen, perché non è mai prolissa e soprattutto non ha bisogno di farcire le sue storie di sesso per catturare l'attenzione.
10 risultati - visualizzati 1 - 10

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