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Il caso dei libri scomparsi
 
Il caso dei libri scomparsi 2014-08-28 15:03:32 AlexisKami
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
1.0
AlexisKami Opinione inserita da AlexisKami    28 Agosto, 2014
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Ridondante

Avevo deciso di portarmi questo libro nel mio viaggio in Irlanda, perché è appunto ambientato in Irlanda (del nord) e perché mi sembrava un libro non troppo impegnativo, adatto ad un viaggio in traghetto ed uno in treno.
Sfortunatamente sono riuscita a leggerlo solo sul treno di ritorno, ma è stato comunque piacevole ritrovare alcune località che ho visitato.
E credo che la mia esperienza piacevole con questo libro termini qui.
Ah no, dimenticavo l’essere d’accordo sul fatto che le patatine Tayto onion e cheese siano le più buone del mondo.
Peccato le facciano solo in Irlanda del Nord.
La storia potrebbe anche essere carina e divertente, e ricordare un po’ il film francese “giù al nord”, peccato che non sia così.
Di sicuro non è un antidoto alla malinconia come pubblicizzato sulla copertina.
E’ un libro che mi ha fatto arrabbiare, per vari motivi. E non è mai bello quando un libro fa arrabbiare il proprio lettore.
Innanzitutto è un ritratto davvero pessimo degli Irlandesi e del loro paese. Sul serio, se io fossi un irlandese mi sentirei offeso.
Vengono dipinti come maleducati, che parlano in maniera strana, antiquata e sguaiata, sporchi, poveri e terroristi.
Ma non è così, almeno per quanto ho appurato io.
E poi poteva essere divertente se fatto in maniera umoristica, ma qui mi sembrava volessero farli sembrare inferiori agli inglesi, in special modo ai londinesi.
Parliamo del protagonista, il bibliotecario, Israel.
Che dire di lui? Probabilmente l’essere più sfortunato dell’intero sistema solare.
Gliene capitano di tutti i colori. E magari all’inizio potrebbe essere simpatico qualche piccolo incidente, ma non un incidente a pagina! Così si esagera e dopo scade tutto nel ridicolo e nel prevedibile.
Oltretutto, non appena si fa male, va avanti per mezz’ora a lamentarsi con una sola parola: AHIA, neanche fosse un bambino di 3 anni.
Parliamo dei libri: una biblioteca chiusa e 15000 libri scomparsi nel nulla.
Che è poi il clou del romanzo. Dove saranno i libri?
Mistero banale che si risolve in maniera banale nelle ultime pagine.
Davvero un finale insoddisfacente, ma andrà avanti con altri libri, che io non leggerò.
Seccanti le varie ripetizioni in tutto il romanzo: il continuo uso delle parole: seeee e Ach (che io in tutta l’irlanda non ho mai sentito pronunciare), ahia e la ripetizione ossessiva dei vari titoli e professioni precedenti dei personaggi, o luoghi di lavoro.
Si possono usare dei sinonimi, o almeno un’abbreviazione, non c’è bisogno di ripetere tutte le volte: lavorava al reparto libreria di bla bla, nel centro commerciale di bla bla, nella città di bla bla, essex.
Diventa noioso e ridondante.
Il protagonista poi è davvero assurdo, nonostante abbia letto migliaia di libri (così dicono) non conosce cose elementari, come "il primo sospettato", e quindi passa per un cretino; non solo, a quanto pare non apprezza i libri.
Perché quelli che si è portato dietro dalla sua casa di Londra, non solo non li legge, ma li usa in modi più utili, come la copia di "Vita di Pi" lanciata nelle fauci di un cane, o "Harry Potter e il principe mezzosangue" usato per rompere una finestra.
Io l’ho trovato triste. Perché vuol dire che l’autore odia tutti i i titoli che ha inserito, e che gli fa fare una brutta fine perché secondo lui è meglio non leggerli.
Ma queste sono opinioni sue personali, quindi ora mi chiedo: Ma Israel allora fino adesso che cosa ha letto? Quali libri gli sono piaciuti??
Se fosse un amante dei libri non li userebbe mai per rompere finestre!!
E’ in campagna, per rompere un vetro basta un sasso, o un pezzo di legno!
Per non parlare delle ripetizioni nei dialoghi, che proseguono uguali per mezza facciata, chiedendoti che cosa i vari personaggi non hanno capito.
Insomma, un libro altamente sconsigliato perché a me ha fatto uscire dai gangheri.
Ma le patatine ve le consiglio.

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