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L'amore non basta
Pensavo di non emozionarmi ancora dopo aver letto le braci di Marai, ma mi sono dovuta ricredere nella lettura de la donna giusta. È un libro dove l’amore s’intreccia con la vita sociale, il ritmo del tempo con i luoghi diversi, quattro monologhi racchiusi in quattro sezioni, che scandiscono le inquietudini di una nazione in un formidabile intreccio di esistenze formato da linee immaginarie convergenti.
Una prorompente e allo stesso tempo semplice domanda pare suggerire sin dall’inizio l’autore: si chiede se esista il grande e assoluto amore, quello che resta indistruttibile e perenne lungo il corso degli anni e degli eventi e soprattutto se sia in grado di valicare le differenze sociali e svolge il tema attraverso quattro voci narranti.
Una donna vissuta in campagna, di lignaggio popolare basso, dai modi rozzi e goffi, propri di chi lavora la terra e da quest’ultima trae i frutti, diventa cameriera in casa di una famiglia benestante e altolocata. Il giovane Peter, prediletto e coccolato rampollo di casa, si accende d’improvviso amore, s’innamora di questa domestica, vivendo metà della sua esistenza nell’attesa di coronare il suo sogno. La vita non sempre è prodiga e accondiscendente dei desideri altrui e così la sua famiglia gli “impone” un matrimonio con una donna d’eguale condizione sociale. L’unico modo per realizzare il suo desiderio, quello di sposare Judit, è di trascurare il mènage coniugale facendolo naufragare. L’ex moglie, Marika, dal proprio punto di vista, esprime i suoi disappunti coniugali ad un’amica ponendo in evidenza i propri tratti di donna abbandonata, mai amata e tradita, anche se solo nei pensieri. In modo casuale Marika scopre il piano perpetrato dal marito grazie all’accidentale ritrovamento di un pezzetto di nastro e questa strisciolina di tessuto sarà il suo personale filo di Arianna attraverso i meandri di una verità scomoda e lacerante. È la metafora di un personaggio minore che esprime una condizione sociale affermata.
Peter ripercorre i tratti salienti della propria vita, di abbiente e benestante cittadino ricco borghese, custode dei valori a prima vista inalterabili ed immodificabili della società cui appartiene, alle prese con l’amore verso una contadinotta, cameriera della madre, relazione che comporterebbe uno scandalo sociale. Egli, lentamente, si disfa di tutti gli inganni e fronzoli sociali per sposare Judit, ma quel che scoprirà sarà una grande e dolorosa delusione. Judit, ormai lontana da Budapest racconta la storia al suo nuovo amante, un musicista, al quale è affidata anche la quarta ed ultima parte della vicenda.
Storia bella e profonda, gestita con maestria da Marai, è scorrevole, leggibile come tentativo di arrampicata sociale della contadina Judit in un mondo dorato quello di una vita agiata e lussuosa. Tra i quattro personaggi fa capolino un amico di Peter, uno scrittore affermato, di cui Judit sembra essere innamorata: forse è la persona più enigmatica, lo scrittore, consapevole e fautore del graduale disinteresse delle persone verso forme più elevate di comunicazione. Questo personaggio, sebbene appaia in misura più marginale nella vicenda è quello che invece fa da perno e riesce a portare la vicenda dalla sfera intimista a quella più ampiamente sociale in un Paese di fronte ad un radicale cambiamento, la fine di una società fondata sulla borghesia sostituita dal comunismo portato dai soldati russi, con tutto quello che ne conseguì per la società ungherese. E mentre Judit fa crollare i bastioni del mondo borghese, distruggendo dapprima il rassicurante matrimonio di Peter con Marika, e poi rubando tutto quello che può dai beni del marito, la Storia fa crollare le mura della città stessa. A questo punto interviene il legame con lo scrittore, legame sterile, i due non si toccano nemmeno, Judit passa le ore ad ascoltare le parole o i silenzi dell’uomo, che le parla dell’arte, del suo disfacimento in una società sempre più legata ai bisogni materiali. Ed è qui che la donna, dimentica dei beni e delle ricchezze della borghesia, anela ad un livello superiore, quel che è mancato nei secoli al popolo, ai contadini come lei e la sua famiglia, è soprattutto l’istruzione, l’arte, il bello.
Questo è ciò che accade ai protagonisti del romanzo di Marai e si capisce così che da solo, l’amore non basta, ma anche che la ragione non può far nascere o morire un sentimento. ?Al massimo, può “disciplinarlo”. ?Eppure…alcune passioni possono essere più forti della ragione e dei giorni che passano: ardono e bruciano tutto. ?Si dice che da qualche parte viva “la donna giusta”… ?Credo possa dipendere dal fatto che il mondo delle persone innamorate si riduce quasi sempre ad un viso, ad un nome. ?Il loro è uno sguardo assente e la vita appare indifferente. ?Si può pensare che un sentimento d’amore possa in qualche modo dominare un animo, fino al punto di impedirgli in seguito di amare ancora? ?Davvero si può pensare che un amore sia eterno? ?Capita che… improvvisamente un giorno ci si liberi da questo torpore e si riprenda a “vedere”. ?Ciò che prima sembrava un presente insopportabile, diventa un passato un po’ sfuocato, mano a mano lontano e ciò che bruciava, non fa più male. ?D’un tratto si riscopre il mondo, semplicemente perché prima, mente e anima erano concentrate su di un altro essere, che ora non c’è più. ?Certo, gli amori veri non si dimenticano… ?Tuttavia può accadere che improvvisamente la nostra esistenza diventi un terreno spazzato da un’alluvione e tutto finisce con l’essere trascinato via, perché l’amore vero è sempre letale e forse…non ha come vero scopo la felicità, capace com’è di creare una passione con una forza incontrollabile! ?Ma una vita che sia veramente degna di essere vissuta, non può rinunciare a questa passione!! ?Desiderare….cercare sempre la propria completezza… ?solitudini… ?vivere insieme a qualcuno senza conoscerlo veramente, perché non si può pensare di “possedere” tutto, anche i segreti nascosti dell’altra anima. ?No, non esiste la donna o la persona giusta, ma un po’ di giusto in tutte le persone, perché è inevitabile scoprire che in nessuna c’è tutto quello che speriamo, ci aspettiamo. Non esiste una persona che da sola possa darci la felicità che inseguiamo. ?Ma in ogni caso è inevitabile, quando si ama qualcuno, che si abbia il batticuore al solo vederlo. ?Ciò che veramente cerchiamo, fino alla fine della nostra esistenza, è il mondo di quando eravamo bambini. ?Il ricordo dell’attesa per qualcosa che deve ancora venire. ?L’amore in fondo è anche questo: momenti in cui due esseri si cercano, nell’attesa e la speranza create dalla magìa dell’attrazione. ?Perché dietro ogni bacio, c’è sempre quel senso estremo di felicità che non scende a patti con nulla.
La grandezza di questo romanzo, oltre alla sua bellezza e perfezione narrativa sta nel raccontare la Storia attraverso una vicenda apparentemente d’amore, di desiderio, di attesa che mostra in filigrana le attese di una nazione intera.