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Una prospettiva alternativa della morte
La morte di una persona cara è capace di sconvolgere, distruggere, cambiare, e se la persona in questione è una ragazzina (Susie) che ha anche dovuto subire uno stupro, preludio al terribile delitto, ciò può rappresentare, per chi resta, un motivo valido per cambiare la propria prospettiva di vita, la propria concezione della realtà da quell' istante in poi.
Tale scenario accomuna ahimè migliaia di famiglie del mondo reale, vicine a quella di Susie, ma lo stile narrativo di questo romanzo riesce a mutare prospettiva d'osservazione, facendoci analizzare il dolore proprio da chi non c'è più, dall'occhio di Susie.
Perché siamo di fatto di fronte a due tipologie differenti di vittime, da un lato chi se ne va, dall'altro chi resta, entrambi capaci a loro modo di provare dolore, un dolore diverso, sconosciuto l'uno, parte della nostra vita l'altro ma pur sempre dolore.
L'atmosfera irreale di Susie che da morta è voce narrante e presenza viva nel mondo dei vivi non disturba affatto, anzi crea la giusta aria rassicurante e protettiva che chiunque abbia subito una perdita del genere vorrebbe sentire per sempre.
Eppure, nonostante tutto, con il proseguire del racconto ci rendiamo conto che chi ha davvero bisogno è Susie, morbosamente attaccata a quella Terra che ha lasciato così prematuramente e interessata con amore a tutte le vicende di chi la piange tanto da palesare la sua presenza in Terra.
E dunque, mentre chi resta finirà per avvalersi di quel potente e naturale strumento che è l'elaborazione del lutto, forte del supporto morale e dell'unione di tutta la famiglia, Susie si vedrà costretta a prendere atto di come va la vita e a continuare a vegliare su di loro, attendendo solo il giorno in cui tutti saranno di nuovo insieme.
Un romanzo che con un tocco di magia ci fa sognare un po' e ci fa riflettere su un tema tanto ostico, la morte, donandole una prospettiva migliore.