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Apparenza ed essenza
Maschere, attribuzioni di identità, mancanza di identità...i temi pirandelliani mi vengono in mente a freddo, a lettura terminata, mai mentre divoro questo romanzo.
Mi accosto ad esso con la ritrosia che mi accompagna ogni volta che sento che il lasso temporale tra il successo editoriale e me è sufficiente . Mi sento pronta, lontana da ogni condizionamento.
Il libro mi conquista quasi subito sebbene inizialmente statico rispetto all'azione narrativa. Non succede quasi niente tranne il fatto che stai entrando in un microcosmo, "il palazzo elegante" della Parigi dabbene, attraverso il punto di vista di due persone che lo abitano ma non lo rappresentano: la portinaia Renée e la dodicenne Paloma.
Un' unica voce narrante, quella della portinaia, il cui punto di vista si alterna a quello di Paloma espresso sotto forma di "pensiero profondo" o di "diario del movimento del mondo" per un susseguirsi di considerazioni, una più efficace dell'altra, sui grandi temi della Vita. I riferimenti filosofici che li condiscono non devono intimorire chi non conosce la filosofia perché mai spiegazione di Kant è stata più efficace come quella creata dalla penna della Barbery che, appunto, è docente di filosofia.
In realtà la sensazione, durante la lettura, è stata quella di essere di fronte ad un ritratto molto critico, in negativo, della Francia odierna e lo stupore è stato quello di scoprire in esso tutti i difetti che generalmente vedo nella nostra Italia. Mirabili le pagine dove si ride del sistema universitario francese per non parlare delle vivaci pennellate sulla classe politica, il tutto condito da una serie di citazioni culturali che non ti annoiano mai ma, anzi, fungono da invito a godere della bellezza dell'arte.
La storia? Non temete...vi piacerà sicuramente soprattutto quando nell'orizzonte narrativo comparirà monsieur Ozu che rappresenta un altro punto di rottura nell'atmosfera stagnante del bel mondo e insieme l'indispensabile anello di congiunzione fra le due protagoniste.
E Pirandello? La maschera che ognuno di noi si costruisce, l'identità che ti attribuisci, che ti attribuiscono, la tua essenza così sfuggente a te e agli altri...l'apparenza che parrebbe trionfare su tutto e che si risolve in uno smascheramento lento, graduale e poi quasi catartico tutto nel finale.
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