Dettagli Recensione
L'AMANTE
Fascinoso e brutale, di abbagliante lucidità, meno erotico del film e migliore nella parte introspettiva. Tenero e disarmante per la sincerità con cui la Duras mette in scena una storia d’amore tanto bella quanto impossibile. Impossibile perché i protagonisti sono discriminati, appartengono a due continenti lontani, li divide più di una generazione e la condizione sociale di lui consente ai tanti alle cui orecchie è arrivata la notizia di parlare di prostituzione.
La ragazza, con i suoi 15 anni, è una donna che cresce all’ombra di una madre con disturbi psichici, di natura depressiva lascia intendere e l’impotenza, davanti alla sua sofferenza, la rende estremamente triste, l’impossibilità di essere la figlia e per lei la famiglia che sua madre aveva vanamente sperato di creare le aprirà la strada per sprofondare nel cinismo. Arma di cui si servirà per rinnegare anche i suoi sentimenti.
La madre che ha un ruolo fondamentale per la crescita di quella figlia le lascerà passare comportamenti disdicevoli a parere di molti ma soprattutto le lascerà credere che quel suo modo di essere presente per quell’uomo sia l’unica forma possibile di amore che potrà donargli. Le consentirà di credere che di quell’uomo le interesseranno solo i suoi soldi.
Lui, figlio di un uomo ricco e stimato che preferirebbe vederlo morire piuttosto che dare consenso al matrimonio con una prostituta, lui figlio scapestrato, costretto a tornare a casa perché poco incline allo studio e arrendevole ai vizi e alle donne. Lui che non si opporrà mai ad un destino messo nelle mani di un orco e di una ragazzina. Lo vedremo debole e rassegnato, follemente perso in quell’amore da cui non otterrà altro che disperazione.
La Duras ci fa assistere alla inesorabile disgregazione di un dramma alimentato dalla bramosia di vita. La ragazzina cercherà conforto nella scrittura, sa già che diventerà una scrittrice, ne sente la necessità e consegnerà al cuore dei lettori i suoi drammi, quelli provocati dalla madre, dalla povertà, dal luogo in cui è cresciuta e dalle sciagure che la porteranno inevitabilmente a crescere.
Lui accetterà l’abbandono e comincerà a considerarlo un bene perché sa che lei fuggirebbe da ogni matrimonio, percepisce nella sua natura l’impossibilità di essere una moglie e si piega invece ad un altro matrimonio, quello che per lui era previsto almeno dieci anni prima con una donna che nemmeno aveva mai conosciuto.
E’ un libro che mi ha lasciato grande amarezza, ho provato dispiacere e angoscia oltre che una tangibile difficoltà nel portare a termine una lettura tanto forte quanto candida. Sembra una confessione, una liberazione, quasi una giustificazione davanti ad una rinuncia.