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Memoria delle mie puttane tristi
 
Memoria delle mie puttane tristi 2014-08-13 22:43:45 Mancini
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Stile 
 
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Mancini Opinione inserita da Mancini    14 Agosto, 2014
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Non è mai troppo tardi

Un titolo irriverente che evoca eventi pregni di decadenza e moralismi inesistenti, ma a grande sorpresa dietro a ciò si cela un inno all'amore, una poesia scritta tutta d'un fiato da chi aveva sempre creduto che l'amore avesse una forma ben precisa, salvo scoprire in tarda età che così non era!

Protagonista un novantenne giornalista e professore di lettere che ha speso la sua intera vita nella solitudine dei suoi libri, la sua musica classica e l'amore carnale, quello a pagamento che non gli ha mai permesso di sposarsi perché andava bene così!
Alla soglia dei novant'anni decide di farsi un ennesimo regalo, questa volta con una minorenne vergine che riesce a trovare grazie all'aiuto di una sua vecchia amica che gestisce un bordello.
E' qui, dove il pudore potrebbe mettere un freno inibitore che impedisce di proseguire la lettura in quanto al limite del decente, che si ha la svolta che solo un tale maestro della letteratura ha potuto tessere con un prestigio disarmante.

Il protagonista, narratore in prima persona, passerà intere notti a letto con la ragazzina, che soprannomina Delgadina, senza mai di fatto compiere atti sessuali diretti nei suoi confronti, ma solo sfiorandola e parlandole, essendo lei ogni volta addormentata sul letto della spoglia camera del bordello.
Il professore notte dopo notte porta con sé un oggetto per arredare la stanza, un quadro, una radio per ascoltare la musica classica, dei fiori, il tutto per dare senso a quegli incontri che pian piano diventano per lui necessari quanto il vero amore che sta nascendo per quel fiore appena sbocciato, quanto il vero amore che egli dopo novant'anni e qualche centinaio di donne "usate" riesce a sperimentare per la prima volta in assoluto e che lo fa stare male come un perfetto giovanotto alle prime armi.

Un'adolescenza che ritorna e che gli fa capire la sostanza perduta sino a quel momento, una occasione di effettuare un' introspezione a tutto tondo e comprendere dei meccanismi magici per i quali non risulta essere mai troppo tardi.
E così i novant'anni si trasformano dall'età della decadenza ad una scoperta di volerne vivere altri novanta per poter recuperare il tempo perso e ridare senso all'amore che sino ad allora non era stato amore.
Un racconto in cui ti sembra di ascoltare la voce di chi narra, una voce grave e piena di sentimento, un monito che fa riflettere.

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Consigliato a chi ha letto...
...a chi non si ferma di fronte alle apparenze
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Commenti

18 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2
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Sono da sempre prevenuta su questo titolo di Marquez, forse l'unico o uno dei pochissimi che non ho ancora comprato. Eppure la tua interpretazione mi apre qualche spiraglio...
Bel commento.
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Mancini
14 Agosto, 2014
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Per nulla volgare, il più è iniziare a leggere, poi ti accorgi che è davvero poesia!
La recensione convince, ma mi sembra che ometta alcuni particolari tutt'altro che irrilevanti. Per esempio il fatto che la ragazzina dorme perché è stata drogata e che alla fine l'atto sessuale completo ci sarà. Questo almeno è quello che ho appreso da altre recensioni.
Sembra un libro interessante dalla tua recensione nonostante il titolo sia decisamente irriverente. Mi hai incuriosita :)
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C.U.B.
14 Agosto, 2014
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Mmm... Mi ricorda un poco LA CASA DELLE BELLE ADDORMENTATE di Kawabata allora
Tagliamo la testa al toro : posso sapere se l'abuso sessuale c'e' o non c'e' ?
Per me fa la differenza, non voglio ritrovarmi con un effetto Lolita di Nabokov tra le mani...mai piu'.
Benche' io ami tantissimo Gabo ho lasciato per questo il titolo da parte proprio per quello.
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Mancini
14 Agosto, 2014
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CUB, pare che LA CASA DELLE BELLE ADDORMENTATE abbia proprio ispirato Marquez, ma riguardo l'atto sessuale posso dire che non c'è stato...per carità, mi riprometto di riguardarci! Se qualcuno lo ha individuato e me lo vuol segnalare è il benvenuto.
Emilio Berra  TO
14 Agosto, 2014
Ultimo aggiornamento:
14 Agosto, 2014
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Ciao. La tua recensione e' molto bella.
Trovo brutto e piuttosto conformista il titolo del libro. Il contenuto assomlglia forse troppo a quello di un'opera di Kavabata.
Forse ti stupirà' : a me non piace più' Marquez (non son più' riuscito a rileggere ''Cent'anni di solitudine'', che avevo molto apprezzato in prima lettura); inoltre mi ha deluso un romanzo successivo scritto senza alcun segno di punteggiatura (molto tardiva e poco originale come sperimentazione, oltre che non necessaria in quel caso). Pertanto non ho avuto interesse a leggere quest'opera della vecchiaia.
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Mancini
14 Agosto, 2014
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Grazie Emilio.
Devo dire che anche in questo romanzo mancano ad esempio le virgolette per riportare il discorso diretto, che forse rafforzano il tema del monologo ma di sicuro rendono la lettura un po' più ostica!
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Mancini
14 Agosto, 2014
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CUB, Cristina, ho dato una rilettura velocissima al racconto e non c'è traccia di un rapporto sessuale completo. Certo è che parliamo sempre di un novantenne che osserva una minorenne nuda nel letto a volte toccandola e baciandola, quindi il limite è sottilissimo e la differenza poterebbe essere nulla.
Resta il fatto che la poesia in questa storia sovrasta ogni altra sensazione!
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C.U.B.
15 Agosto, 2014
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Direi che si avvicina molto al Kawabata che mi era piaciuto parecchio.
Effettivamente il filo e' sottile, pero' fa la differenza. Direi che mi hai convinta al 98%, che e' un miracolo su questo titolo. Magari a settembre lo prendo, se poi invece mi fa l'effetto di Lolita, tu pagherai pegno anche per chi mi parlava di Quel Nabokov come una storia d'amore.
:-P
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