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L'uomo che guardava passare i treni
 
L'uomo che guardava passare i treni 2014-08-13 12:00:56 Pelizzari
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
1.0
Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    13 Agosto, 2014
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Una personalità fragile

Non c’è niente da fare…io e Simenon non abbiamo proprio feeling. Questo è un romanzo al di fuori della serie di Maigret, ben scritto, non c’è che dire, ma io l’ho trovato proprio noioso. Il tema centrale è la rottura del protagonista, Popinga, con il proprio ambiente d’origine. Vive una vita che di mano in mano è sempre più noiosa, da “piccolo-borghese”, poi cambia vita, senza sapere nemmeno lui che strada intraprendere e si perde, abbandonandosi agli istinti più bassi. Si accorge di aver sempre portato una maschera e strada facendo si ritrova libero, sì, ma è una libertà che non gli permette di essere se stesso, quindi è una libertà senza senso e senza valore. Dimostra una personalità fragile, incapace di affrontare la vita e si ritrova isolato e perso. Senz’altro le riflessioni che l’autore vuole stimolare sono interessanti, perché ci permettono di focalizzare il ruolo di una società che spesso spinge ad apparire molto diversi da come si è dentro, in nome di un inserimento nella società stessa; il pensiero va alla precarietà della condizione umana, alle sue contraddizioni, ma la narrazione è veramente troppo lenta, soprattutto nella prima parte. Ti rimane un senso di inquietudine, che forse è proprio una delle caratteristiche peculiari di quest’autore.

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Commenti

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C.U.B.
14 Agosto, 2014
Ultimo aggiornamento:
14 Agosto, 2014
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Questo e' il Simenon che mi e' meno piaciuto.
Il Popinga non ha entusiasmato nemmeno me.
Già il titolo trasmette un senso di noia. Ogni tanto anche i bravi scrittori toppano :-)
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