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Un'amicizia lunga una vita
Come un quadro dipinto con poche pennellate decise e dai colori saturi, così questo racconto riesce, in poche pagine, a raggiungere la sua completezza in una storia che ci regala sensazioni che ho trovato appaganti e profonde.
E del resto l'autore, Fred Uhlman, per un periodo della sua vita si è dovuto guadagnare da vivere proprio vendendo i suoi quadri, pur non essendo un pittore di professione, ma per necessità.
E di professione, a ben vedere, non è stato nemmeno uno scrittore perché nasceva avvocato.
Ma le vicende di una vita travagliata e una condizione disagiata quale l'appartenenza ad una famiglia ebrea in terra tedesca ai tempi del nazismo sono riuscite ad imprimere a questo "avvocato" una forza tale da fargli esprimere l'essenza di una vita di sofferenze in un piccolo capolavoro che pare debba rimanere per sempre nel panorama della letteratura mondiale.
Protagonista il sedicenne Hans, appartenente ad una famiglia tedesca di origine ebrea sempre vissuta in Germania e che sente vivamente, soprattutto nella figura di suo padre, il senso di appartenenza a quella terra, alla parte nobile di quella terra, patria di "Goethe e di Schiller, di Kant e di Beethoven".
Un'amicizia che d'improvviso esplode con il coetaneo Konradin, figlio di nobili, anch'essi legati visceralmente alla loro nazione, ma a quell'altra faccia, quella "nazionalista", quella marcia che stava prepotentemente costruendo se stessa per mano di un singolo che attirava folle e plagiava menti.
Se da una parte Hans si dimostra un libro aperto agli occhi del nuovo amico aprendogli la porte di casa e presentandolo alla propria famiglia orgoglioso di quell'amicizia, Konradin si mostra sempre un po' più riservato e distante tenendo lontana la sua famiglia da Hans.
Questi inizialmente non ne comprende il motivo che invece diventa manifesto durante un evento pubblico, in un teatro, dove Hans tragicamente intuisce quella enorme distanza tra la famiglia di Konradin e la propria, specchio del contrasto storico tra nazisti ed ebrei.
E il conseguente cambiamento di atteggiamento, il distacco del fidato amico Konradin fanno da chiusura temporanea del rapporto tra i due che in realtà non si rivedranno mai più, perché figli di ideologie troppo distanti.
Ma è alla fine, nelle ultime righe del racconto che Hans, ormai adulto e stabilitosi in un altro continente, leggendo uno stralcio di una comunicazione del vecchio Liceo frequentato da ragazzo, trova il senso di quell'amicizia che trent'anni prima sembrava essere terminata per una divergenza di idee.
È qui che quell'amico da "perduto" diventa "ritrovato"!
L'amico ritrovato si legge in poco meno di un paio d'ore e rimane nel cuore, immagino, per sempre.
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Commenti
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Sei gentilissima!
I miei complimenti !!!
Pia
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