Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La rivincita dei reietti
Se c'è qualcosa di realmente vicino ad Albert, quella è la morte.
Iella nera! Si ricorderanno di lui per essere defunto nell'ultima, inutile offensiva francese della prima guerra mondiale, contro una sfilacciata truppa di crucchi, ugualmente sfiduciati e desiderosi di tornare in patria. Domani la guerra sarà probabilmente finita.
E lui lì, sepolto sotto un metro di terra molle.
Beffa delle beffe: il tenente d'Aulney-Pradelle vivrà!... Colui che ha causato quell'inutile ultima carneficina con un'azione spregevole e indegna di un soldato (figuriamoci di un comandante!).
D'improvviso – mentre Albert, timido e insignificante contabile nella vita, sta consumando l'ultima riserva di ossigeno – una forza invisibile lo tira fuori da quella buca, adagiandolo sul campo di battaglia, ormai intriso di tutto il sangue d'uomini e cavalli di cui v'è bisogno...
Chissà dove Eduard (rampollo di buona famiglia, partito per la guerra come ennesima sfida ad un padre potente ed “ingombrante”) ha trovato la forza per strappare il commilitone ad una stupida morte. Un Eduard – solo ora Albert se ne accorge – che fa venire in mente un mollusco cefalopode: lo scoppio di una granata lo ha mutilato irrimediabilmente, portandogli via il mento ed un pezzo di gola.
Ma non è questo, ora, che importa: “Sono vivo, mio Dio!”... Vivo.
La letteratura francese sembra godere di ottima salute, almeno stando ai vincitori delle ultime annate del Premio Goncourt. Dopo il notevole “Il club degli incorreggibili ottimisti” di Jean Michel Guenassia (vincitore nel 2010), anche questo romanzo di Pierre Lemaitre si aggiudica il prestigioso riconoscimento letterario con una mirabolante storia di riscatto.
Il nucleo del racconto è la malandata amicizia di due reduci di guerra (l'uno costretto perennemente in casa per la vergogna del suo stato e la necessità di lenire con abbondanti dosi di morfina il dolore delle sue mutilazioni di guerra; l'altro spinto ad arrangiarsi per entrambi – quando non avrebbe i mezzi nemmeno per sostenere se stesso –, avendo deciso di prendersi cura dell'uomo che gli ha salvato la vita)... Sino al momento in cui il corso delle cose presenta ai due reietti un'inaspettata occasione di riscatto, sotto forma di una truffa al sentimento commemorativo per i caduti di guerra! Quasi una legge del contrappasso, visto che il conflitto mondiale, pur non uccidendo i due, li ha praticamente rovinati.
Il libro, ben scritto e frutto di un mirabile lavoro di documentazione, ha il suo punto forte nella progressione con cui descrive il ribaltamento delle situazioni dei protagonisti, e di tutti i personaggi che girano loro attorno. Non senza una certa dose di umorismo, anche nei punti più bassi della parabola (come, ad esempio, nell'episodio in cui Albert – esasperato dalle insistenze di Eduard – prova a mollargli un pugno, ma la sua mano finisce incastrata tra le ossa dell'amico lì dove dovrebbe esserci, e non c'è più, una mandibola).
Sino all'inaspettato finale, che accentua il sapore tragicomico dei fatti.
Un'ultima curiosità. Il titolo scelto da Lemaitre per il suo libro non è esattamente “descrittivo”: “ci rivediamo lassù” furono le ultime parole del soldato francese Jean Blanchard, fucilato nel dicembre 1914 per tradimento e riabilitato sette anni dopo. Era innocente... come la stragrande maggioranza di quelli che, a volte nelle maniere più assurde, perdono la vita in guerra.
Indicazioni utili
Commenti
9 risultati - visualizzati 1 - 9 |
Ordina
|
devo ammettere che non conosco affatto la letteratura francese contemporanea
Davvero un bel libro, Alessandro, che si fa leggere piacevolmente persino da me, in questo periodo super stressato dal lavoro. Libro preziosissimo perchè piacevole non equivale a leggero.
Quanto a Lemaitre, Francesca, credo abbia esordito con una sorta di giallo, che però non ho letto. Comunque sì: scrive bene.
Per quel po' che ho letto di letteratura francese recente, Silvia, la trovo molto valida. Avevo recensito anche l'opera seconda di Guenassia in precedenza, ma devo dire che è il suo primo libro ad essere veramente un capolavoro. Prima o poi lo rileggerò e recensirò.
Un saluto a tutti voi.
Bel commento, grazie della segnalazione.
I grandi premi letterari francesi spesso scelgono bene. Si tratta indubbiamente di un testo che non lascia indifferenti.
Il mio obiettivo, su questo sito, è destare interesse per i libri interessanti... Fermo restando che lo sono per me: poi i gusti di ognuno fanno spesso la differenza...
(... Capito, Marcella? Non mi aprire un fan club: sono troppo timido per reggerlo!) :)))
Per C.U.B.: "Alex" mi incuriosisce perché Lemaitre sa scrivere, e dunque mi stuzzica vederlo all'opera con un genere diverso. Prima o poi...
Per Emilio: non conosco molto i premi letterari di Francia, ma se i vincitori sono tutti come al Prix Goncourt, allora - dispiace dirlo - c'è un abisso tra il gusto delle giurie francesi e quelle italiane.
9 risultati - visualizzati 1 - 9 |
Il libro, in ogni caso, è davvero bello anche se non ricorda nessuno di questi autori.