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I Karnowski nel tempo
Israel Singer, fratello del celebre Isaac Singer (Premio Nobel per la Letteratura), ebreo polacco emigrato negli USA nel 1934, pubblica "La famiglia Karnowski" nel '43.
Le vicende si snodano dagli albori del '900 al trionfo del nazismo in Germania e sono ambientate in Polonia, a Berlino e a New York.
In circa quattro decenni, si ergono come protagonisti personaggi di tre generazioni di una famiglia ebrea.
Il primo di essi è David, colto e aperto alle idee dell'Illuminismo; si trsferisce dalla tradizionalista Polonia alla razionalista Berlino. Tra i personaggi di primo piano, presto troviamo il figlio Georg e, successivamente, Jegor, il rampollo di questi.
Il romanzo, nell'insieme, è ben strutturato, anche se, a mio avviso, si nota qualche forzatura nell'evoluzione di Georg. Lo scrittore, comunque, è capace di delineare, attraverso le vicende dei Karnowski, un grande affresco, un rispecchiamento del destino di molti ebrei nei decenni considerati, in particolare nella Germania degli anni '30.
Lo sfondo storico, però, è filtrato quasi esclusivamente attraverso il vissuto dei personaggi, per cui si richiede al lettore una conoscenza, almeno sommaria, delle vicende storiche della Germania nel ventennio fra le due guerre.
Grande rilevanza è data alla cura della caratterizzazione dei personaggi e della loro evoluzione nel tempo; particolarmente riuscito l'approfondimento psicologico del terzo protagonista, il giovanissimo Jegor, nei suoi rapporti col padre.
Le vicende private sono in primo piano: la diversa formazione dei personaggi contribuisce a delineare anche scontri generazionali (e non solo), rappresentati dalla complessità costituita dai vari fattori: culturali, relazionali, psicologici...
La scrittura è particolarmente densa, 'pesante' (aggettivo da intendesi qui esclusivamente come contrapposto a 'lieve'). L'opera rimanda al romanzo realistico ottocentesco: l'autore un po' come un Balzac del mondo ebraico (quando, però, la grande stagione del Realismo è ormai archiviata).
L'impronta 'ottocentesca' fa sì che la narrazione offra un buon grado di leggibilità (rispetto alle complessità, anche di forma, della letteratura tipicamente novecentesca). Questo, però, non rimanda necessariamente ad un dato di eccellenza letteraria.
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Commenti
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Complimenti!
Pia
Per complessità novecentesca, intendevo riferirmi in particolare alla grande letteratura della prima metà del '900 (Proust, Woolf, Svevo...) che, rispecchiando le nuove istanze culturali (Freud, Simbolismo, Surrealismo...), si presenta meno lineare e diretta, facendo procedere la narrazione su più piani (la realtà, la memoria, la dimensione inconscia, la libera associazione di idee, il sogno...) e tramite 'intersezioni' di essi, senza magari rispettare la scansione cronologica dei fatti...
La rappresentazione psicologica del più giovane dei Karnowski è particolarmente riuscita: attraverso la complessità e la problematicità del rapporto con la figura paterna, le sue modalità reattive vengono a coinvolgere scelte di vita, posizioni ideologiche, relazioni con gli altri e con se stesso...
Si tratta di un libro piuttosto voluminoso, ma che scorre velocemente via via che si procede nella lettura.
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