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Il grande Gatsby
 
Il grande Gatsby 2014-07-24 23:47:47 LucaA_
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Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
LucaA_ Opinione inserita da LucaA_    25 Luglio, 2014
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Alla ricerca dell'effimero nulla

Il Grande Gatsby, romanzo dello scrittore Francis Scott Fitzgerald, si può considerare un classico moderno, nel quale un eterogeneo gruppo di protagonisti si ritrovano accomunati nella loro vita dalla ricerca di qualcosa, talmente inafferrabile da potersi paragonare all'effimero nulla.

Esso viene raccontato in prima persona da Nick Carraway, uomo onesto, puritano e con grande spirito di osservazione, che si trasferisce nel '22 a West Egg (toponimo utilizzato da Fitzgerald per riferirsi alla località di Kings Point), a una trentina di chilometri da New York, luogo “dal destino che conduceva, come un gregge, i suoi abitanti lungo una scorciatoia che portava dal niente al niente”. Lì rimane invischiato in un ambiente mondano rispetto al quale si sente “contemporaneamente incantato e respinto dall'inesauribile varietà della vita”.

“Guardai mia cugina, che cominciò a farmi domande con la sua voce bassa ed eccitante. Era il tipo di voce che le orecchie seguono come se ogni parola fosse un arrangiamento di note che non verrà mai più suonato. Il viso era triste e bello, pieno di cose luminose, occhi luminosi e una luminosa bocca appassionata, e c'era un'eccitazione nella sua voce che gli uomini che l'avevano amata facevano fatica a dimenticare: un irresistibile desiderio cantato, un “Ascoltami” bisbigliato, una promessa che le cose allegre ed eccitanti che aveva appena fatto le avrebbe rifatte di lì a poco.”
Questa è una delle prime descrizioni di Daisy Fay, cugina di Nick, donna aristocratica, sfuggevole ed ammaliante eppure piacevolmente e snobisticamente triste e confusa. Ella è sposa di Tom Buchanan, uomo dal cuore aggressivo, di mentalità chiusa e gretta, guidato dai pregiudizi e da stantie idee altrui.
Tom intrattiene una relazione con Myrtle Wilson, la cui vitalità è offuscata dalla passività del marito George, “così stupido che non sa di essere vivo”.
In questo turbolento quadretto di personaggi (che Nick conosce o rincontra all'inizio della vicenda), è presente, tra gli altri, Jordan Baker, campionessa di golf, capace di agire d'impulso ma con equilibrio (quasi come se i suoi comportamenti descrivessero l'atto di colpire la pallina con la mazza).

Dalla sua casa Nick non può fare a meno di notare le chiassose feste del suo vicino di casa Jay Gatsby, personaggio perno della storia. Un giorno, Gatsby stesso invita Nick ad una delle sue feste.
“Sorrise con aria comprensiva – molto più che comprensiva. Era uno di quei rari sorrisi dotati di eterna rassicurazione, che s'incontrano quattro o cinque volte nella vita. Fronteggiava – o sembrava fronteggiare – l'intero mondo esteriore per un istante, e poi si concentrava su di te con un irresistibile giudizio a tuo favore. Ti capiva fin dove volevi essere capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te, e ti assicurava di avere ricevuto da te esattamente l'impressione migliore che speravi di dare.”
Questa è la prima impressione di Nick sul suo misterioso vicino di casa, nei confronti del quale nutre da una parte profonda benevolenza, ma dall'altra completa disapprovazione per il suo stile di vita così diverso dal suo.
Affascinante, educato, determinato, riservato, capace di costruirsi da sé (in maniera talmente ignota che il suo passato diventa fonte di infinite discussioni tra i suoi conoscenti), di una solitudine fiera di se stessa, quasi privo di scrupoli, Gatsby si fa guidare per l'intera vicenda da una deliziosa, inquieta e malinconica nostalgia in rapporto alla viva e profonda relazione che ebbe con Daisy cinque anni prima, e vuole a tutti i costi riconquistarla.

Ognuno cerca di riparare o trovare qualcosa nello scintillante scampanellio della vita frivola di West Egg, e la storia si dipana così tra un avvenimento e l'altro.

Una delle cose che mi ha più colpito del libro è l'estasiante cura descrittiva dell'autore.
Questa credo raggiunga il suo valore massimale nelle descrizioni delle imprevedibili e sfarzose feste di Gatsby. “La gente non era invitata – ci andava e basta. Saltava dentro automobili che la trasportava a Long Island, e in qualche modo finiva a casa di Gatsby” . In queste feste c'erano bar iperattivi, un'orchestra completa suonante “musica gialla da cocktail”, luci sempre cangianti, antipasti scintillanti, fluttuanti vassoi di cocktail e soprattutto una continua metamorfosi di gruppi dinamici composti da persone che si comportano come ad un luna park, con riso “spillato con prodigalità, lasciato in mancia ad ogni parola spiritosa” eppure perse nella loro personale solitudine.
Non da meno è l'inverosimile contraddittorietà di alcune descrizioni. In questo modo si leggono espressioni come: bocca esangue e sprezzante, tono di voce limpido e falso, allegria nervosa provocata da una birra ghiacciata, espressione non familiare e vagamente riconoscibile, stanza grande e soffocante, … .

Gatsby rappresenta il prototipo di un uomo indipendente e dotato di una certa sicurezza, ma questa è solamente esteriore e nasconde il suo burrascoso disagio interiore.
Il libro è nel suo insieme interessante, scorrevole, indimenticabile nelle descrizioni e provocatorio nel trattare l'aspetto interiore della vita dei personaggi. Tutta la debolezza d'animo dei protagonisti fuoriesce cruda nell'indifferenza collettiva, nella continua la ricerca di qualcosa che dia senso alle loro esistenze.

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Commenti

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04 Mag, 2015
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Avvincente la descrizione che viene fatta, fa venire voglia di leggere subito il libro!

04 Mag, 2015
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Bello il commento : fa venire voglia di leggere subito il libro!!
LucaA_
07 Settembre, 2015
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Ti ringrazio, sono fiero di averti convinta a leggere il libro! :)
3 risultati - visualizzati 1 - 3

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