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Una controfigura per Mishima?
"A briglia sciolta" (tradotto anche "Cavalli in fuga") è il secondo libro della tetralogia "Il mare della fertilità", di Mishima. Segue il bellissimo "Neve di primavera", nel quale emerge l'amicizia fra l'aristocratico Kiyoaki (che muore giovanissimo) e Honda, che è coprotagonista anche in questo secondo volume . Ora siamo nel 1932: egli, a 38 anni, ha fatto carriera nella Magistratura.
Sono ormai trascorsi 20 anni dagli ultimi fatti del romanzo precedente.
Honda identifica nel diciannovenne Isao, figlio del precettore di Kiyoaki, l'incarnazione di quest'ultimo.
Le vicende riguardano sia il Magistrato, che tende a seguire e proteggere il giovane, sia (soprattutto) Isao, profondamente colpito e sconvolto dalla lettura di un breve testo che illustra le azioni , ambientate quasi mezzo secolo prima, di un gruppo di samurai inorriditi dall'occidentalizzazione del Giappone, che aveva rotto il suo lunghissimo isolamento; testo che si conclude con il 'seppuku' di sei di essi, in nome della grandezza dell'Imperatore. Questo 'suicidio rituale' per sventramento è fortemente vagheggiato da Isao che raduna intorno a sé un gruppo di estrema destra, e costituirà la modalità di morte che si darà lo stesso Mishima.
Come possiamo notare, qui emergono vari elementi di carattere 'autobiografico', non nel senso letterale del termine, ma ad un livello profondo esistenziale e politico.
Dobbiamo ora considerare storicamente l'occidentalizzazione del Giappone in alcuni momenti:
- a fine '800 (periodo degli avvenimenti, letti nel breve testo da Isao, che tanto lo segnano), in cui la cultura occidentale inizia a permeare sensibilmente la tradizione nipponica;
- nei primi anni '30 del '900 (quando è ambientato il romanzo), con le ripercussioni della crisi del '29, portatrice di povertà e di corruzione negli ambienti governativi;
- nella seconda metà degli anni '60 (quando il libro è stato scritto): gli USA avevano ormai smitizzato e privato di effettivi poteri la figura dell'Imperatore ed 'occidentalizzato' la nuova Costituzione. E' un periodo in cui Mishima, a oltre quarant'anni di età, è sgomento, disperato al cospetto di un Giappone che ha perso la sua essenza.
"A briglia sciolta", stilisticamente a un livello molto alto, non può non inquietare il lettore che conosca la biografia dell'autore, in particolare il suo terribile gesto finale di autoannientamento.
Già nel suo libro d'esordio "Confessioni di una maschera" troviamo il giovanissimo protagonista attratto da una morte cruenta. Ora sono trascorsi oltre vent'anni: il 'corteggiamento' della morte autoinflitta si fa più pressante; sotto questo aspetto l'identificazione dell'autore col 'sentire' del personaggio di Isao è parecchio inquietante: "Il pensiero della morte non (...) abbandonava mai" Isao; "l'idea di darsi la morte continuava a rinnovare in lui qualcosa di luminoso, una gioia voluttuosa e particolare".
Al centro del romanzo, una grandiosa e indimenticabile scena del teatro tradizionale giapponese: "... un canto con voce quieta come la pioggia che scende bagnando una riva sabbiosa: ' La ruota del carro del sale gira senza sosta in questo mondo fluttuante. Oh, quanto breve ed effimera è la nostra vita!' ".
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Commenti
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Forse Emilio dovresti mettere un avviso di spoiler visto che scrivi come finisce il libro...no ?
:-)
Per quanto riguarda il finale, penso di non averlo esplicitato: ho parlato come di una ' tentazione' del protagonista. Forse il tuo appunto deriva dall'aver già letto il libro, di aver mentalmente colmato i vuoti del non detto.
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