Dettagli Recensione
Genesi di una favola
Luis Sepulveda rivela la genesi de “La gabbianella e il gatto” in “Un’idea di felicità”, un saggio scritto dallo stesso scrittore cileno con Carlo Petrini.
“Andai alla biblioteca pubblica per prendere i libri che i miei figli dovevano leggere per quel trimestre… erano libri per piccoli idioti… non contenevano alcun valore…”
La reazione di Sepulveda è orgogliosa: “Voglio scrivere qualcosa per condividere con i piccoli lettori, con questa umanità di pochi anni, i valori che sono importanti per me… Così è nata la mia prima favola, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, che è diventata una sorta di libro generazionale…”
L’obiettivo dichiarato dell’opera: “Una storia scritta per raccontare valori, tra cui il dovere che abbiamo tutti, di proteggere chi è più debole di noi… E un altro valore fondamentale, ovvero il rispetto verso chi è diverso, la capacità di vivere gioiosamente la diversità della vita e del mondo, senza averne paura.”
La storia della gabbiana morente, perché contaminata da una macchia di petrolio, che affida al gatto Zorba il compito di covare il suo uovo e quello ancor più improbo di insegnare a volare al pulcino, è ampiamente nota anche grazie alla trasposizione cinematografica in cartoon.
Dopo la rilettura della favola, ho compiuto quest’operazione: ho spigolato tra le notizie di cronaca di un quotidiano on line e ho individuato i seguenti titoli (si riferiscono al 3/7/2014, giorno in cui ho scritto questo commento):
1) California: figlio undicenne autistico viveva in gabbia, arrestati i genitori.
2) Meriam: «Ho partorito in catene». La figlia forse non potrà camminare.
3) Una app per scoprire la Milano «gay friendly»: l’applicazione, ideata da quattro startupper, si potrà scaricare dal sito del Comune.
Se l’opera di Sepulveda è giunta alla “sessantatreesima ristampa”, ci sarà un motivo, vero?
Bruno Elpis
“Zorba rimase sul balcone, accanto all’uovo e alla gabbiana morta… Si sentiva ridicolo… Pensava a quando lo avrebbero preso in giro i due gatti rissosi se per caso l’avessero visto. Ma una promessa è una promessa, e così… si addormentò con l’uovo bianco a macchioline azzurre ben stretto contro il suo ventre nero.”
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Commenti
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Grazie...ciao
b
Io ora mai sono una sorta di eremita mediatica, ho eliminato l'attualita' dalla mia vita in tutte le sue forme. Basta, non ne posso piu'.
Ho comprato Il ibro della giungla ieri !
Le diversità fanno parte di noi ma le scacciamo perché ne abbiamo paura.
Purtroppo il mondo spesso non capisce che tutto ciò che è fuori è un riflesso della nostra anima e più allontaniamo le diversità o maltrattiamo il debole più entriamo in conflitto con noi stessi.
Bella recensione, come sempre i tuoi punti di vista sono molto accurati e profondi!
Anche io ho questo libro che mi attende e lo leggerò a breve!
Grazie per aver condiviso il tuo punto di vista!!! :D
Di fronte ad un certo tipo di mentalità (non voglio chiamarla "cultura") che tende a relativizzare un po' tutto, possiamo ben dire che l'assenza di valori non è un valore!
Ecco una delle funzioni della grande letteratura, fra i nuovi conformismi che vorrebbero affossare la nostra civiltà.
@ Rebecca: il tuo commento alla lumaca ha avviato il mio personale ciclo "fiabe di Sepulveda" :-)
@ Emilio: vero! E a volte testi semplici e fiabeschi (su tutti, Il piccolo principe) sono "grande letteratura"! :-)
Grazie, ciao
Ottimo commento con un accostamento brutale all' attualità del giorno in cui l'hai scritto che, letto a distanza di tempo, assume oggi una connotazione ancora più forte.
Un saluto
Laura
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"Perciò io, che sono una bambina in scadenza, penso: a) che i grandi non hanno più nulla da insegnarci; b) che sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni, e i temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro; c) che dovrebbero smettere di fare i film dove la giustizia trionfa e farla trionfare subito all'uscita del cinema".
Ecco a proposito delle notizia che tu citi e dei libri di Sepulveda, e del successo che hanno, rimarcherei il punto C.