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Una stanza chiusa a chiave
 
Una stanza chiusa a chiave 2014-06-29 09:51:13 C.U.B.
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    29 Giugno, 2014
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Kagi no kakaru heya

ATTENZIONE SPOILER 
Tutti coloro che pasteggiarono sui Campi Elisi della (povera piccola) Lolita di Nabokov e che ancora oggi (come me) si ritrovano con il companatico indigerito non temano. Qui masticando lentamente si puo' ambire ad una discreta leggerezza di stomaco.
Certo la sinossi di questo racconto scritto nel 1954 lascia spazio alle piu' mostruose fantasie, certo nel libro idee morbose e/o sadiche non mancano, ma permettetemi uno spoiler : qui il rapporto sessuale non e' consumato. La decenza di una singola coscienza trova un freno dove parte della collettivita' sembra priva di inibizioni. 
Gli attori principali sono il neolaureato Kazuo e la piccola Kiriko, che allunga la manina e fa scattare la serratura. Il mondo fuori e loro dentro, kiriko dentro e tutto il mondo fuori.
Il racconto e' molto breve e ben poco possiede della bellezza dei romanzi piu' riusciti, piu' che altro ho avvertito sensazioni che percepisco con la sua saggistica. Le poche righe non sono mai La Storia, La Trama. Esse sono metafora, il mezzo giustificato dal fine.
Mishima, dietro la porta di cui udiamo il nitido suono della chiave che gira, chiude il forte senso di disagio che colpi' il Giappone dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale, e che per lui e' martirio senza pace.
L'idea di lacerazione della giovane carne che sgomenta e trattiene Kazuo e' lacerazione sociale. Di un paese in bilico tra un'identita' perduta e un'identita' assimilata, deviazione dei sensi, catastrofe morale e spirituale. 
Pochissimo il tempo necessario per leggere queste pagine, per capirle bisogna passare oltre il nero su bianco. Lasciare che l'amaro si depositi e i suoi sedimenti fermentino, quindi giunge il momento di ragionarci.
Nella narrativa di Mishima ci sono scritti decisamente superiori, eppure e' un racconto necessario per un potenziale rapporto carnale con l'autore, laddove con carnale intendo l'intenzione di scoprirlo, capirlo, interpretarlo al di là della pelle. Sezionandolo fin sotto alle viscere, per quanto possibile.
Buona lettura.

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Commenti

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La recensione è interessante, di chi conosce Mishima ben oltre i luoghi comuni.
Come certamente sai, C.U.B., l'autore, contemporaneamente alla stesura dei grandi romanzi, ha scritto una moltitudine di libri (talvolta, dicono, di livello assai basso) destinata ad un mercato parallelo, ' di consumo ' .
L'opera che hai commentato appartiene forse a questo genere?
Lo leggerò! :-)
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
30 Giugno, 2014
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Ciao Emilio, in realta' solo una parte dei suoi libri e' stata tradotta in italiano e mi sembra siano stati selezionati con attenzione. Io ne ho letti molti e l'unico che non mi e' sembrato all'altezza, anche stilisticamente sciatto, e' il di recente pubblicazione LA SCUOLA DELLA CARNE ( ma aBruno e' piaciuto molto, per esempio). QUesto titolo non tocca i tratti di lirismo di altre sue opere, l'argomento non e' tra i miei preferiti, pero' trovo che sia concettualmente vicino all'idea di degrado che lui non riesce ad accettare. Interessante scoprire che il rapporto tra Kazue e Kiriko e' un mezzo per portare ad altro. Ma qui mi fermo perche' non mi piace spoilerare.
In sintesi ci sono molti altri libri che direi di leggere prima di questo, poi quando hai letto quasi tutto anche UNA STANZA CHIUSA A CHIAVE ha il suo perche'.
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