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POTRAI MAI PERDONARE BILLY?
Morten Brask, riesce a far conoscere al grande pubblico, la storia romanzata (non è una biografia) di William Sidis. Non avevo mai sentito parlare di questo assoluto genio, vissuto all’inizio del ‘900 (ma io non faccio molto testo..)
Se pensiamo, che il quoziente intellettivo medio è 100, William Sidis, aveva il più alto Q.I mai registrato al mondo, vale a dire un valore oscillante tra 270 e 300.
Figlio di immigrati ucraini, madre medico, padre psicologo laureato con il massimo dei voti, William cresce come una sorta di cavia da laboratorio. Boris, il padre, è convinto che si debba stimolare la naturale curiosità del bambino, così che egli possa creare e sviluppare il pensiero al di fuori dei limiti dell’educazione classica. Vale a dire permettergli di fare esperienza, non instillare preconcetti nella mente del piccolo, stimolarlo continuamente.
Ecco che a nove mesi il piccolo pronuncia la prima parola: luna; a diciotto mesi , William è in grado di leggere, la madre, Sarah, lo esibisce nei salotti che contano, facendogli recitare brani della Bibbia o altro, a beneficio delle signore intente a consumare il proprio thè; a tre anni, come regalo di compleanno al padre, legge in latino il “ De bello gallico”, successivamente imparerà anche francese, tedesco ed una serie di lingue romanzate, a cinque anni, inventa una lingua tutta sua con regole grammaticali proprie.
A6 anni il bambino frequenta la terza media, a 8 anni il liceo, a undici come relatore unico, espone una relazione che ha come argomento la quarta dimensione…. A 13 va all’Università.
Il povero William non ha mai avuto una vita come tutti i bambini, fatta di gioco spensierato e compagnia. E’ cresciuto da solo, con due genitori che in lui hanno visto solo la possibilità di emergere e gratificare il proprio ego smisurato. Soprattutto la madre, una donna dura, rigida, sempre pronta a rimproverare e sottolineare mancanze da parte del piccolo.
L’esperienza scolastica del bambino è sempre stata all’insegna di prepotenze inflitte da parte dei compagni, che il poverino ha sempre subito senza reagire, convinto pacifista.
Precursore di idee modernissime sulla società… “Non capisco come tu non riesca a renderti conto che l’attuale sistema economico non può durare” ( siamo nel 1913), ed ancora: “Magari mi sbaglio, ma per come la vedo io il Presidente e le grandi banche hanno interesse che la guerra continui, perché porta ingenti capitali negli Stati Uniti, a vantaggio delle banche e delle grosse aziende, e solo in minima parte alla classe dei lavoratori in forma di salario” ( siamo nel 1917).
Diventerà giovanissimo professore universitario di geometria euclidea e non euclidea, pressochè incomprensibile per gli studenti, in quanto, redigerà e distribuirà dispense scritte in greco antico senza rendersi conto che ciò che per lui è logico e semplice, non lo è per la maggior parte delle persone.
Ma non voglio togliere la curiosità e la voglia di leggere personalmente la vita di questo genio assoluto, totalmente incompreso.
Personalmente ho provato un’immensa pena per William Sidis, le pagine sono impregnate della solitudine e malinconia del giovane, del suo vivere esibito, perseguitato dai cronisti, sbeffeggiato dai giovani, mal sopportato dagli insegnanti…
Il libro alterna capitoli che trattano la nascita, giovinezza ed età adulta di Sidis, riconoscibili da luogo e data riportate all’inizio di ognuno, la scrittura è fluida, interessante, ho trovato di forte impatto anche le parti che riportano ragionamenti del giovane in merito a problematiche di astrofisica, ed innumerevoli calcoli matematici, in quanto, offrono la concreta percezione di essere anni luce distanti dall’intelletto di questo genio quasi sconosciuto.
Posso solo dirvi che muore all’età di quarantasei anni, solo.
Molti sono gli spunti di riflessione nati durante la lettura, legati all’accettazione del “diverso”, al dovere degli adulti di proteggere e preservare la serenità dei piccoli, all’inutilità del conformismo, all’ipocrisia, all’invidia e gelosia, alla paura rivolta verso chi è migliore di noi.
Basti pensare alla vita di grandi geni conosciuti da tutti.
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Commenti
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Il libro dev'essere interessante; sicuramente fa riflettere: mi è venuta in mente la poesia "l'albatro" , di Baudelaire.
@Alessandro: Se mai lo desideri posso inviarti il libro dopo il passaggio in famiglia.... Vedi tu! Grazie per i complimenti..
Grazie ancora!
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Ciao Francesca