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Mercurio
 
Mercurio 2014-06-23 15:22:26 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    23 Giugno, 2014
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“Cosa c'è di più spaventoso di uno specchio?”

“Cosa può capitare di meglio a una ragazza che finire nelle mani di un mostro?”
Provocatoria Amélie, che ci racconta con leggerezza apparente, trasfigurandone i contenuti, la storia di un sequestro di persona e di un abuso fisico e psicologico.
La ragazza si chiama Hazel ed è impregnata dell'amore ambiguo e totalizzante del suo carnefice-benefattore, un vecchio settantasettenne che le ispira affetto e ripugnanza.
Affetto, perché l'uomo sembra proteggerla dalle insidie del mondo esterno isolandola nel lussuoso palazzo di una piccola isola, ripugnanza, perché la possiede anima e corpo.
Un manuale di psicologia non potrebbe spiegare meglio il subentrare di certi meccanismi patologici in una relazione, e gli effetti del veleno di un manipolatore vengono assorbiti anche dal lettore, che non distingue più così nettamente il confine tra colpa e innocenza: la colpa del carnefice si illumina di generosità, l'innocenza della vittima si macchia di ipocrisia.
Liberarsi dalla grinfie di un oppressore - ci viene spiegato tra le righe - potrebbe significare dover fare i conti con se stessi, smettere i panni di martire e misurarsi con le proprie forze.
E' più rassicurante sottomettersi ai desideri altrui e vedersi solo con gli occhi di chi dice di amarci e ci propina le sue verità. Meglio non guardarsi, meglio non vedere:
“Cosa c'è di più spaventoso di uno specchio?”
Il culto della bellezza portato all'estremo, in un folle desiderio di possesso esclusivo, è uno dei punti cardine del romanzo, ma c'è dell'altro: c'è l'amore che finisce per somigliare all'odio (“quando si ama davvero qualcuno non ci si può impedire di fargli del male”) e c'è, da parte della persona oggetto di quest'amore, la necessità di dare un volto umano e gentile all'amante carceriere, fino a ricambiarne il sentimento.
Il romanzo ha due diversi finali: nel primo prevale la razionalità, la vita fuori da quel palazzo così simile ad un castello stregato, nel secondo ha invece la meglio il lato più cupo e inquietante della passione, che travolge inaspettatamente chi ne sembrava immune.
La scrittrice - che in simili dicotomie con se stessa spesso si dibatte sfogandole in dialoghi serrati - non è riuscita a prendere una decisione, tentata dalla logica “perturbante e implacabile” di una favola a tinte oscure.


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Commenti

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Analisi personale, lucida e partecipe di una storia che ho tanto amato... :-)
Nothomb forever....questo lo metto in wl e la tua recensione è superba! :D
Grazie Marcy! Sai che il lato romantico di Hazel mi ricorda un po' te? :-) @Bruno: sono sicura che la Nothomb sta ore davanti allo specchio a litigare con se stessa :-D
Bravissima Cristina, sembra davvero interessante!
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Cristina72
24 Giugno, 2014
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Sì Sary, è un libro pieno di complessi, come ha scritto Bruno nella sua recensione :-)
In risposta ad un precedente commento
gracy
25 Giugno, 2014
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Concordo su tutto!!!
In risposta ad un precedente commento
LittleDorrit
26 Giugno, 2014
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Ahahaha...addirittura??? Allora questo sarà il motivo in più per leggerlo. Grazie Cris....soprattutto per aver pensato a me...:)
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
26 Giugno, 2014
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Prima di ringraziarmi leggi il romanzo... Scherzo!!! :-))) Ciao Marcy!*
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