Dettagli Recensione
Il non-incontro
Un treno. Una lei ed un lui. Si reincontrano. Lui riconosce lei. Lei riconosce lui. Ma entrambi fanno finta di niente. Nascono riflessioni sia dentro la testa di lei che dentro la testa di lui e sono raccontate in prima persona ed in modo alternato. Sono queste il cuore del libro. Non aspettarti tanto dal finale: si parleranno? chiariranno? si riappacificheranno? litigheranno? Il bello del libro è come si svolge il viaggio, nella testa di lei e nella testa di lui. Non pensare alla meta. Lo stile è molto secco, con frasi molto brevi, che danno un certo ritmo, nonché una certa ansia. Il libro è molto introspettivo, a partire, nelle prime pagine, dalle riflessioni di lei, figlia unica, sui propri genitori, riflessioni in cui mi sono riconosciuta, sentendole come uno schiaffo vivo, fino ad arrivare a descrivere, anche dall’interno, questa specie di bolla dentro cui a volte viviamo, aspettando che succeda qualcosa che fa incrinare la bolla. Schiaffo pure questo. Bella l’idea della promiscuità ferroviaria, in cui puoi ritrovare persone che mai ti immagineresti di rivedere. La copertina è un’immagine speciale, che cattura e che mi ha fatto pensare, con un po’ di nostalgia, al mio 6.58.
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