Dettagli Recensione
Le scelte
Potok è uno di quegli scrittori la cui lettura fa bene all'anima. Se uno si sente deluso, stanco, convinto che nel mondo non ci sarà mai niente di buono, beh Potok potrebbe farvi cambiare idea. Non perchè è uno scrittore particolarmente ottimista e positivo, sì lo è ma non è questo l'importante. Lui e i suoi personaggi non vivono in balia dei sentimenti o degli istinti o di pulsioni di qualsiasi tipo ma hanno una razionalità ferrea e un'etica a prova di scossoni perchè non fondata sul buon cuore che lascia il tempo che trova, ma su una solida ragione e volontà di bene. Leggendo il romanzo, la figura di Reuven e di suo padre entrano ancora di più nel cuore del lettore rispetto a Danny l'eletto, perchè questo romanzo è meno apertamente didascalico. L'aspetto didascalico in un romanzo ha sempre su di me un effetto repulsivo in qualche misura. Reuven qui è messo alla prova dal suo insegnante Kaiman, un uomo in cui ortodossia e ottusità mentale sono tutt'uno, che esercita sugli allievi un controllo assoluto simile al mobbing. Dopo aver letto Danny l'eletto mi aspettavo che anche qui lo scontro con il terribile Kaiman non finisse con lo smascheramento e la sconfitta dell'orribile professore ma con un avvicinamento. E effettivamente anche di fronte a un mostro di ortodossia come Kaiman Potok si sforza di capire e di parlare all'anima del nemico e c'è un avvicinamento, anche se non una piena comprensione come succede nel precedente romanzo tra Reuven e Danny e il padre di Danny.
Anche qui troviamo grandi dispute a suon di Talmud e Sacre Scritture, ma non pensate che il libro sia palloso, perchè anzi, è davvero appassionante anche se noi non-ebrei leggiamo qualcosa che non comprendiamo pienamente nè dal punto di vista letterale nè culturale. Le dispute talmudiche sono incredibilmente appassionanti. Davvero leggendo Potok, si pensa che questi ebrei siano una razza superiore con una cultura e una intelligenza superiore e si possono quasi intuire le radici dell'invidia che gli ebrei hanno suscitato nel corso della storia e dell'accanimento contro di loro.
Potok è una persona che ti ridà fiducia nel genere umano, fiducia che lui non ha mai perso, a fronte del vicino Olocausto. I suoi personaggi non sono mai preda delle passioni ma le governano pienamente. Anche la gelosia per la ragazza Rachel da cui sono attratti sia Danny che Reuven non è mai motivo di divisione. La gelosia è appena accennata in una riga del libro come un'ombra cui non è bene dedicare più di un fuggevole pensiero.
Se dovessi fare un appunto alla storia è quella della malattia psichiatrica e relativa cura di Michel in cui non mi convincono troppo nè i sintomi nè la pazzesca terapia ma credo che su questo Potok si sarà documentato bene data la sua passione per la materia.
Naturalmente il terribile Kaiman metterà Reuven di fronte a una scelta tra passare l'esame e scendere a compromesso con le sue idee. Ma Reuven ribalta la situazione, giocando d'azzardo con il destino. Sarà anche Kaiman e non solo lui a dover scegliere e a doversi scontrare con la propria coscienza.
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Commenti
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Hai ragione: in Potok le vicende, pur strutturate solidamente, di per sé non sono, per il lettore, così decisive; è ciò che i suoi libri ti lasciano che balza in primo piano: ti conducono alla comprensione profonda e aiutano a riconciliarsi con se stessi.
Potok è uno scrittore di capolavori, che, una volta scoperto, non lo si lascia più. Bisogna solo avere l'accortezza di leggere i suoi libri (almeno, molti di essi) nell'appropriata scansione.
Però la sua onestà intellettuale non è completa come quella del padre di Danny. Il fatto di usare il figlio per attaccare il padre non è giustificabile con gli anni di tortura.
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