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Ponti tra culture diverse (l'amicizia)
Sotto il comune cielo dell'olocausto con 6 milioni di morti, gli ebrei braccati, malvisti, ridotti a quattro gatti si ritrovano anche divisi tra loro da dispute ideologiche nonostante abbiano problemi immensamente più grandi quali la sopravvivenza della cultura ebraica comune e degli ebrei come razza, oltre al dolore per l'enormità dell'accaduto e per il silenzio inspiegabile di Dio.
In un simile scenario Potok sente il dovere di darsi da fare per mettere in evidenza ciò che unisce le diverse culture ebraiche rispetto all'esiguità di ciò che le divide. E lo fa scrivendo i suoi romanzi, che dovrebbero avere lo scopo di costruire ponti tra culture ebraiche sorelle. In Danny l'eletto, il materiale di cui è fatto il ponte è l'amicizia vera che implica dialogo sincero e aperto. L'amicizia tra Danny e Reuven crea un ponte tra le famiglie e le culture molto diverse scalzando i reciproci pregiudizi. Danny è un ragazzo chassid, cioè fa parte di una famiglia di ebrei polacchi considerati dagli altri ebrei dei fanatici, mentre Reuven è figlio di un professore universitario dalla mente molto aperta. Le tradizioni, gli usi sono molto diversi. I chassid combinano matrimoni, hanno metodi educativi fuori da ogni ragionevolezza, deplorano la formazione dello stato ebraico auspicata dagli altri ebrei, gli eretici, tra cui la famiglia di Reuven. Il padre di Danny non parla mai al figlio per la sua scelta di educarlo tramite il silenzio, e il padre di Reuven gli parla con molta sincerità e buon senso. Il libro è volutamente didascalico, il padre di Reuven educa figlio e lettore alla stessa tavola, ma la qualità dell'insegnamento è così elevata che non ci si può di certo lamentare. Il padre rimprovera Reuven di non avere ascoltato il suo nemico che è venuto a parlargli più volte nel corso del romanzo. Il nemico è all'inizio Danny, poi il fanatico padre di Danny. Il libro non fa che sottolineare l'importanza del dialogo che fa cadere barriere e smonta i più radicati pregiudizi.
L'ascolto, il dialogo sincero non possono che avvicinare persone e culture. Persone sincere, oneste non possono che apprezzarsi a vicenda. Solo non parlandosi, non confrontandosi ci si allontana.
Potok è fermamente deciso ad avvicinare altri ebrei e fermo sostenitore del dialogo. Alla fine, dice, la vita umana è come un battito di ciglia. Il tempo che dura il battito è infinitesimale, non ha importanza alcuna, ma sta all'uomo riempire questo battito di significato.
Lo spessore culturale dei due amici e forse anche il tipo di cultura sorprende e spiazza il lettore. Ma il messaggio è universalmente valido e può essere esteso a cristiani di gruppi diversi, a religioni diverse, a persone con diversi ideali in generale, laici o cristiani che siano, purchè ci sia il punto comune di essere aperti al confronto e alla ricerca dell'1% di umanità che ogni persona contiene sotto la sua scorza sia che sia fatta di materia, di animalità o di genio. Alla fine di questa ricerca si scopre che le persone sono più simili di quanto appaia, che fanatico e apichoros (eretico) sono fratelli della stessa pasta.
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A me il romanzo è piaciuto molto: ci introduce nel contempo in un microcosmo di cui in generale sappiamo poco, e ci avvicina a problematiche profondamente umane, pertanto 'cosmiche' .
Personalmente, a fine lettura, mi sono sentito 'appagato' , come raramente capita con altri autori.