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Senza veli e senza storia
La cara vecchia Hollywood dei tempi d'oro messa a nudo (senza veli) dai ricordi di una gloriosa star del cinema ormai decaduta e dimenticata dai più, ovvero Katherine Kenton.
L'attrice non è però sfuggita alle luride grinfie di un giovane quanto affascinante cacciatore di doti, bramoso di sedurla e accelerare l'inevitabile incontro della futura consorte con L'Oscura Signora, il tutto per dare alle stampe una biografia postuma ed infangante da cui trarre fruscianti dollaroni.
La fidata Hazie, da una vita domestica dell'ex attrice, è l'ultimo baluardo posto a difesa di quel monumento abbandonato e lasciato a deperire nel suo angolo imbellettato.
Palahniuk si mostra ancora più nozionista del solito lasciandosi dietro una scia infinita di nomi, date e aneddoti a corollario di una storia complessivamente poco intrigante, discreta giusto nel finale alla buon'ora un attimo ritmato. Sembra una soap-opera sudamericana riscritta in salsa lisergica; insomma molti sbadigli e poco mordente, con la solita critica sociale abbastanza sciapa soffocata dai vezzi e lazzi di un'eta -cinematograficamente parlando- irripetibile. L'autore si rivela caustico verso un mondo per il quale è palesemente scisso tra sentimenti di odio ed amore, allo stesso tempo omaggia, per sua stessa ammissione, attori e registi prima idolatrati e ora rimossi dalla memoria dei più.
Un altro esperimento narrativo per Palahniuk dopo Pigmeo (che a me, povera mosca bianca, era piaciucchiato), il cui risultato non può dirsi esattamente folgorante.
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* sono poco affidabile, lo so ;)
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