Dettagli Recensione
Guardarsi negli occhi
Strano romanzo, ammantato di apparente banalità ma caratterizzato da profonda indagine psicologica e da una tragica verità non rivelata in modo esplicito.
La prima notte di nozze di una coppia di ventenni inglesi degli anni Sessanta diventa una sorta di commedia dalle sfumature drammatiche e farsesche: il dramma scorre in profondità, legato soprattutto al passato, la farsa resta in superficie, rafforzata da gustosi inevitabili equivoci.
Lui, Edward, giovane con ambizioni letterarie, ha poca esperienza con le donne in generale e con la neosposa in particolare, di certo innamorata ma estremamente riservata e pudica.
Lei, Florence, violinista non meno ambiziosa, nutre un'inconfessata e patologica repulsione per il sesso, forse a causa dell'educazione ricevuta, o perché la passione totalizzante per la musica ne esclude a priori ogni altra, relegando l'artista in un mondo incontaminato.
Questo almeno, è ciò che sembrerebbe dalle prime battute, ma a bloccare la donna, vittima in modo molto più amaro dell'ipocrisia alto borghese, è in realtà qualcosa di «ben più atroce e del tutto incontrollabile», ricordo vergognoso rimosso almeno in parte dalla memoria.
Ed ecco la verità nascosta che sfugge ad una lettura poco attenta e che lo scrittore - per altri versi senza peli sulla lingua - lascia intendere al lettore attraverso frasi ben ponderate e allusioni neanche troppo velate.
Fulcro della vicenda è il rapporto tra genitori e figli e le conseguenze inesorabili sulla personalità e sulle scelte di questi ultimi, condannati a scontare in una spirale viziosa traumi infantili e adolescenziali.
La narrazione procede con qualche digressione di troppo (limite di McEwan è senz'altro la prolissità) ma è notevole la sistematica dissacrazione di sesso e amore, che ha inizio con la meticolosa e asettica descrizione di baci accompagnati da riflessioni che fanno a pugni con l'erotismo:
«Le passò per la testa un pensiero assurdo: e se gli avesse vomitato in bocca?».
Lo scrittore sceglie di adottare in molti passaggi il registro ironico, e persino il sentimento puro esce malconcio sotto i colpi sferzanti dell'irrisione:
«Continuarono a guardarsi negli occhi: in questo non li batteva nessuno».
La luna di fiele avrà il suo epilogo nel letto a baldacchino «dalla candida sopraccoperta tesissima» che fin dalle prime pagine - insieme alla penosa tensione degli stessi protagonisti - lascia presagire il disastro.
Una spiaggia al tramonto inutilmente romantica, il crepuscolo di ogni speranza, ciò che avrebbe potuto essere e non è stato...
L'amore è più forte del sesso? La risposta è racchiusa tra le righe di questa storia.
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Quello che citi mi manca, ora penso di lanciarmi su su Odessa Star consigliato dalla soprapresente Gracy, vedremo ;)
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