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Caduto fuori dal tempo
 
Caduto fuori dal tempo 2014-05-21 20:24:04 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    21 Mag, 2014
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Caduto fuori dal tempo di David Grossman

La forma espressiva di quest’opera non è certo quella del romanzo. La parola qui è quella profondamente evocativa della poesia e la struttura si avvicina a quella della tragedia greca. Ci troviamo di fronte a una scena popolata da personaggi diversi per estrazione sociale, interessi, occupazione, ma tutti segnati da un dolore comune, la perdita di un figlio. È come se si assistesse al lamento di un coro e istintivamente si pensa a “Le troiane” di Euripide.
Lo scriba delle cronache cittadine, anche lui colpito dalla stessa disgrazia, è quasi lo scenografo che coordina i personaggi e descrive la scena nel dettaglio.
Entriamo nel vivo del dramma con il dialogo tra l’uomo e la donna, fatto di versi brevi, quasi singhiozzi, che rivelano l’esigenza di allontanarsi, muoversi per andare “Laggiù” e ricongiungersi con il figlio perduto. E “Laggiù” si configura subito come il confine tra la vita e la morte, tra l’essere e il non essere. L’uomo dunque inizia il suo viaggio e diventa l’Uomo che cammina, l’uomo che, svuotato di ogni desiderio, sogno, felicità, ha in sé solo dolore e disperazione. Come non pensare di fronte a questo personaggio, all’Uomo che cammina di Giacometti, la cui essenza è ridotta a un fascio di nervi e di ossa che gli permette a stento di procedere e attraversare una realtà priva di ogni senso e di umanità?
Il dolore e la perdita alterano la percezione di ciò che è intorno a ciascun personaggio, da qui l’esigenza di unirsi nel viaggio per tener vivo il ricordo.
La levatrice, abile ed esperta nel portare alla luce l’essere umano, qui subisce la morte e il suo linguaggio e le sue azioni sono come disgregate, atomizzate. Allo stesso modo la donna prigioniera della rete, simbolo della condizione umana, vede intorno a sé un mondo immagine del caos.
Il centauro, costretto a essere uomo-scrivania, dal momento in cui il lutto lo ha colpito, il maestro di aritmetica, i viandanti, sono tutti in movimento, non possono fermarsi. Sono come morti in vita la cui unica meta è “Laggiù”.
Ognuno di loro va incontro al figlio “caduto fuori dal tempo”, perché la crudeltà più grande per il genitore privato del figlio è pensare “come posso passare a settembre, mentre lui rimane ad agosto?”
Un’opera, questa, in cui c’è la costante contrapposizione tra movimento e staticità, vita e morte e dove il dolore si chiude in se stesso, in una sofferenza personale e egoistica. Ed è proprio l’universalità del dolore che unisce il lettore all’artista e ai suoi personaggi. E la conclusione raggiunge l’apice della poesia con quel grido espresso dal Centauro, che unisce il dolore a un profondo senso di colpa:
“ E’ solo che il cuore
mi si spezza,
tesoro mio,
al pensiero
che io….
che abbia potuto…
trovare
per tutto questo
parole.”

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Commenti

10 risultati - visualizzati 1 - 10
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complimenti Anna Maria, la tua recensione riesce a trasmettere tutto il dolore e la sofferenza dei protagonisti...
Grazie, Enrico. In effetti la lettura mi ha completamente coinvolto.
Così toccanti le tue parole, appassionate ed appassionanti...cara Anna Maria, ho come l'impressione che la sofferenza del libro ti abbia coinvolta in prima persona...le tue parole lo dimostrano....splendida rece!
Deve essere tristissimo...
si, Marcy, mi ha veramente coinvolto!
Si, C.U.B. triste, ma sobrio. Non eccede mai. Un dolore composto e dignitoso anche nell'espressione poetica.
Rollo Tommasi
22 Mag, 2014
Ultimo aggiornamento:
22 Mag, 2014
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Bella recensione davvero.
Grossman è un autore che, nonostante un suo personale "scetticismo", può ispirare...
Si, Rollo, certamente è un autore da approfondire. Grazie per l'apprezzamento.
Se la mia è stata una recensione sofferta e viscerale, la tua è senza alcun dubbio sublime e di alto livello! Complimenti...
Pia
Grazie Pia. Ho letto la tua prima di affrontare il libro e devo ammettere che mi ha aiutato nell'interpretazione, perchè ho capito che si trattava di un testo singolare, e di conseguenza ho messo tutto il mio impegno! Un duplice grazie, dunque!
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