Dettagli Recensione
Poche idee non confuse
Un Lansdale abbastanza monocorde, con ostinato sguardo rivolto ai punti cardine della sua narrativa più disimpegnata. Storia di crescita forzata nel vecchio west in un' epoca di grandi cambiamenti, la tecnologia avanza ma la violenza continua a dilagare.
Il giovane Jack rimasto orfano e defraudato degli unici affetti su cui contare si imbarca in un'impresa impossibile, almeno se affrontata in solitaria. A dargli man forte e accrescere le possibilità di successo una coppia di strampalati border-line, quasi degli Hap & Leonard primordiali, ovvero un nano tanto letale quanto colto e un nero gigantesco accompagnato da un maiale altrettanto mastodontico dall'attitudine canina.
Alla scombinata combriccola si aggiungono uno sceriffo dal viso deturpato e una prostituta gentile, incarnazione della grazia, in un luogo dove sembra possano germogliare solo brutture. Ogni personaggio è ben inserito nell'economia del racconto, per quanto poi la presenza femminile risulti una felice voce fuori dal coro, basilare per la maturazione del protagonista e nello spezzare il succedersi di pestaggi e sparatorie con parentesi tra il romantico e il pruriginoso.
Il gruppo eterogeneo si inoltra nella foresta impenetrabile, sono "buoni" molto sui generis, in quanto tutt'altro che simboli di integrità morale. Il conflitto si scatena con una personificazione del male estrema, una banda di tagliatori di gole della peggior risma, capaci di atti orripilanti.
"La foresta" è romanzo di formazione d'ambientazione western venato dalla tipica e spesso greve ironia dello scrittore texano, con discrete dosi di violenza e qualche momento prolisso di troppo. Discreta la definizione dei personaggi principali, praticamente inesistente quella dei cattivi (e questo è un peccato in quanto le potenzialità si sprecano).
Come fan dell'autore lo ritengo un lavoro apprezzabile, però a mio avviso i romanzi da leggere assolutamente del buon Joe R. sono altri.
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Commenti
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In effetti il nostro ha la fissa per alcune figure a dir poco sopra le righe, tanto che non avrai problemi a cogliere punti in comune con i suoi precedenti lavori. E' un po' come tornare a casa e sono d'accordo con te nell'affermare che Lansdale mi diverte sempre, anche quando non riesce a tirar fuori dal cilindro la storia clamorosa.
Sulla tua domanda: a mio avviso lo è per svariate ragioni. Il protagonista è infatti costretto a crescere in fretta, si ritrova solo al mondo di colpo e soprattutto deve fare delle scelte morali di peso, inoltre si ritrova a fare i conti con la morte e con il primo amore della sua vita. Lo spessore raggiunto lo si percepisce abbastanza chiaramente dal suo comportamento.
Sono curioso di sapere che ne pensi, ti attendo al varco ;)
Ciao!
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Ho alte aspettative per questo libro che ancora non ho letto, ma leggendoti assaporo le tue sensazioni che ho provato leggendo i precedenti. E poi ritornano sempre un maiale, un nano e qualche prostituta sagace :D
Ale ...ma è davvero un romanzo di formazione?