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mille splendide donne
Quando incontri un libro come “Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini, edito Piemme 2007, non puoi che uscirne in punta di piedi consapevole che, la storia narratavi, non sia così lontana dalla realtà che, anche oggi, molte donne vivono nell’Afghanistan, e non solo, dei (fù?) talebani.
Il vortice intenso di cambiamenti che ha vissuto l’Afghanistan in questi ultimi 30 anni, con gli innumerevoli gruppi in lotta tra di loro e i tentativi di conquista da parte di forze esterne, fanno da sfondo ad una storia di donne forti e fragili come i Buddha di Bamiyan alti e maestosi custodi per 800 anni spazzati via, in un attimo, dalla furia talebana. Rimangono echi di felicità perduta, inganni malcelati, menti ottenebrate dal potere e dal dominio, supremazie violente e leggi che oscurano ogni tipo di sorriso. In questa ombra lunga si intravede però, a chi ha ancora gli occhi per riuscire a scorgerla, l’alba di un nuovo mondo che non arriva mai se non attraverso il sacrificio e la voglia di forzare la notte stessa per lasciare spazio a “mille splendidi soli”.
E’ un romanzo che lascia spazio a moltissime considerazioni che non possono essere certo riassunte in una piccola recensione… il rapporto tra la religione e la vita, non la fede attenzione bene, i rapporti tra le diverse etnie che vivono negli stessi paesi, la cultura orientale e quella islamica e la diversità profonda dalla nostra, il rapporto padre figlia, l’amore, l’Amore e l’AMORE in tutte e tre le sue forze!
Quello che ha detto a me e incontrovertibilmente differente da quello che potrà dire a te… qualcuno ne avrà fatto un romanzo di condanna politica-religiosa, qualcuno un romanzo d’amore, altri ancora un romanzo storico… l’importante è non fermarsi a ciò che dice al nostro stomaco ma lasciarlo decantare, come il buon te afghano, per assaporarne il sapore fino in fondo e lasciarci dissetare da una storia dai molti risvolti dalla quale, sicuramente, ne potremmo uscire uomini e donne migliori.