Dettagli Recensione
Machiavellismo morale
A pensar troppo al diavolo spuntano le corna, si potrebbe dire di questo romanzo. Bernanos ha un modo di ragionare estremamente ingarbugliato. Il confine tra bene e male è così sottile e sfuggente che a volte ci si perde. E' come sfogliare la margherita e perdere a metà il conto dei petali.
Nel romanzo ci sono due protagonisti: nella prima parte del romanzo la protagonista è una ragazza sedicenne decisa a godersi la vita, ma che riesce solo a cadere dalla padella alla brace nei suoi amori e a illudersi di avere il controllo dei guai in cui si va a cacciare; nella seconda parte del romanzo troviamo il futuro parroco, giovane imbranato e volenteroso, dotato per i lavori manuali più che per gli studi, che mortifica la carne in maniera eccessiva, quindi sospetta,e che ha un dono particolare, di vedere il cuore dell'uomo. Questo dono non si capisce da chi gli venga se da Dio o dal diavolo.
La distinzione tra bene e male sembra virtuale e illusoria, è così sottile che a volte ci si chiede se valga la pena cercare il bene quando è quasi impossibile riconoscerlo o impedirgli di cambiare volto all'improvviso come nell'ultimo mezzo miracolo. La volontà di bene dell'uomo non è sufficiente a metterlo al riparo dal male. Il romanzo inizia con la storia della ragazza, che sembrerebbe la protagonista: la ragazza è un personaggio interessante ma poi l'attenzione si sposta del tutto sul futuro parroco e la ragazza diventa un personaggio secondario e scompare con tutto il suo mondo. A me pare che lei e famiglia siano liquidati fin troppo sbrigativamente. La storia è interessante ma si fatica a seguirla e a tratti ci si perde nei meandri di quel contorsionismo morale, interessante ma complicato.