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Un romanzo è uno specchio che si porta con sé...
...lungo la via
C’era una volta un vecchio brutto orco arricchito ormai settantenne che abitava nella sua isola sperduta e poi c’erano due belle ragazze incantevoli che incarnavano il candore delle giovani principesse segregate fino a quando non è arrivata la forza irruenta di Mercurio che con la sua cura ha dato una svolta decisiva e ha sovvertito le sorti dei protagonisti.
Straordinaria favola che non ha nulla da invidiare alle celebri fiabe dei fratelli Grimm o di Andersen, per l’originalità della storia nella sua interezza e per la considerevole forza narrativa con cui A. Nothomb descrive e ammalia il lettore imponendo la sua scrittura brillante e catalizzante come una fulminea frecciata che non puoi scansare. Ti lasci ferire e aspetti fino alla fine la lenta guarigione quasi arrampicandoti sugli specchi.
“Ma cosa può capitare di meglio a una ragazza che di finire nelle mani di un mostro?”
La temperatura sale sin dalle prime pagine, la febbre attanaglia subito le viscere e non c’è termometro a mercurio che tiene e anche le ferite inferte non guariscono intingendole col semplice mercurio cromo. E nel frattempo sei pure catapultata nell’isola di Montecristo e nella Certosa di Parma con Carmilla al seguito.
La bellezza di questa favola sta proprio nella sobrietà di come viene snocciolata, il tema trascinante è la bellezza in tutte le sue forme e il candore quasi etereo di come amore e bellezza si identificano.
Possedere, prevaricare, mantenere, tutelare e rafforzare la bellezza sono le azioni che s’impongono i protagonisti. L’amore del vecchio orco è un amore egoistico e inappropriato, l’amore che pervade il cuore di Hazel è quasi un sentimento inesistente, perché è lei stessa l’innocenza e la purezza, Mercurio è la fredda counselor che come un caduceo, come la dea Atena inizia la sua battaglia legata al raziocinio delle cose a far rinsavire i due dall’incantesimo del destino crudele e della redenzione inaudita.
Ma il mercurio si sa è inafferrabile e anche il finale della favola riserva al lettore diverse conclusioni che catturano e sfuggono assieme, vittime e carnefici che si reinventano i ruoli pur di possedere e amare il frutto della tanto sofferta bellezza.
“Essere brutti e rassicurante: non ci sono sfide da raccogliere, basta abbandonarsi alla propria sfortuna, farsi i gargarismi, è così confortevole. La bellezza invece è una promessa: bisogna poterla mantenere, bisogna essere all’altezza. E’ difficile.”
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Commenti
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brava gracy!
ciao paola
Ottima recensione.
Notevole il libro , uno tra i miei Nothomb preferiti :-)
@Annamaria
si metti pure in lista :P
@Cristina
Quella donna è tremenda!!
@Paola
ti piacerà
@Marcy
siiii
@Rollo
forse la bellezza narrata di Amelie in questo piccolo libro è seconda solo a Dorian Gray :D
@Cub
la tua rece l'ho riletta è bellissima!!
@Robbie
anche la tua :)))
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