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La danza immobile
 
La danza immobile 2014-04-27 16:38:35 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    27 Aprile, 2014
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Una danza di sogni e parole

Un uomo è seduto ad un tavolo dell'esclusivo ristorante parigino “La Coupole”, in trepida attesa del suo importante commensale, un famoso editore al quale dovrà illustrare la sua ultima idea per un romanzo.
Un altro è legato al tronco cavo dell'albero sudamericano della Tangarana, dall'interno del quale, quando sarà colpito dal calcio dei fucili nemici, usciranno milioni di feroci formiche pronte a ricoprirlo ed a strappargli ogni centimetro delle carni, sino alla morte.
Il primo uomo, adesso, sta guardando una bellissima sconosciuta entrata nel ristorante, e quasi dimentica il motivo della cena. Non immagina che tra qualche ora conoscerà il suo nome, Marie Claire, il dono della sua bellezza, l'intimità del corpo di lei e la fusione con il proprio, per riemergere entrambi come un unico essere fatto di inarrestabile passione. Non pensando, per quell'attimo, che ogni passione, quanto più si autoproclama eterna, tanto meno è vicina alla realtà.
Nel secondo uomo, legato all'albero, si fa largo inevitabilmente il ricordo di Francesca, la compagna del Movimento che, fintasi sua moglie, gli ha procurato la necessaria copertura nell'appartamento di un vecchio professore: tutto ciò che gli era occorso per prepararsi alla partenza per la foresta peruviana. Eppure...
L'uomo seduto al tavolo del ristorante si chiama Santiago. L'uomo legato all'albero è il comandante Nicolas Centenario. Un tempo furono addestrati insieme, e insieme pensavano di ritrovarsi altrove.
Poi Santiago ha scelto l'amore alla rivoluzione. E Nicolas ha scelto la rivoluzione all'amore.
Ma in quel momento – proprio in quel momento della loro vita – ognuno dei due ha un pensiero per l'altro, ed è convinto di aver fatto la scelta sbagliata.

Manuel Scorza, lo scrittore peruviano noto per il suo “ciclo andino”, mette da parte i racconti di contadini e tribù sudamericane e si dedica con questo romanzo (il suo ultimo, prima della morte improvvisa che lo coglierà nel 1983) all'utopia della rivoluzione.
L'unicità di questo libro parte da uno dei più bei titoli degli ultimi anni: “La danza immobile”, meraviglioso ossimoro.
E prosegue in uno stile inspiegabile, che può comprendersi solo leggendo: brillante e creativo, intrigante, a suo modo pirotecnico, pazzo e rigoroso insieme... in due parole, assolutamente originale (persino nel confronto con le altre opere dello stesso autore, che non paiono arrivare al livello di questo libro). Un romanzo che varrebbe la pena leggere, al di là di quel che racconta, già soltanto per come è scritto...

Nicolas: “Noi siamo militanti, noi non abbiamo una vita come quella degli altri, noi siamo legati a una causa e per questo seguiamo una disciplina. Il nostro Movimento non è un treno da cui si può scendere quando se ne ha voglia, a qualsiasi stazione”.
(…)
Santiago: “E se l'autentico rivoluzionario potesse soltanto fare la vera rivoluzione, vivendo, nella vita e con la vita?”.

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Commenti

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ciao Rollo, mi è piaciuta molto la tua recensione.
Mariangela :)
Grazie Mariangela. In realtà si tratta di un libro splendido, dal quale sono partito per strutturare la recensione: le storie di Nicolas e Santiago si alternano infatti con regolarità (più o meno un capitolo ciascuno). Molti critici letterari lo ritengono un capolavoro. Se si regge la difficoltà iniziale - che è anche dovuta all'impatto con lo stile - è un libro che può rimanerti dentro. A presto.
Un libro molto interessante Rollo e la tua recensione è perfetta...invogliante e con un punto di vista chiaro....complimenti :)
Senti Rollo Tommasi, io non so se i libri che commenti siano belli come dici, sta di fatto che ogni volta li metto in ld. E io dovrei limitarla visto la sua lunghezza, non continuare ad aggiungere e aggiungere...
Questo mi ispira ancor piu' di quello di prima :-)
Segno, grazie.
Mi unisco ai complimenti!
Marcella e Sara, vi ringrazio.

Per C.U.B.:
capita anche a me... il segreto è farsi una lista e poi dimenticarla da qualche parte (tipo nell'agriturismo dove vai per il weekend)... così hai la coscienza pulita di esserti annotata tutti i bei libri che vengono indicati sul sito (e sono tanti, mica solo quelli che recensisco io) e tuttavia non dedichi l'unica vita che ti è stata data a leggere soltanto... :)
Sembra proprio il mio genere, grazie per la segnalazione e per questa splendida recensione molto molto accattivante!
Grazie Enrico. Se pensi che possa essere il tuo genere, devi assolutamente leggerlo. Ciao
Ossimoro geniale e geniale anche quando ricordi quel Buendìa che è rimasto "apparentemente" legato a quell'albero :))) E' un piacere leggerti Rollo!!
Troppo buona, Gracy.
Ma se conosci il libro, come mi pare di capire, sai che la piacevole lettura è proprio quella... La mia è solo una appendice "eventuale". Ciao
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