Dettagli Recensione
un libro incredibilmente vero
In Cecità la differenza tra uomo e animale si assottiglia, l'autocontrollo del primo soccombe agli istinti del secondo, e l' inimmaginabile diventa estremamente verosimile: un' unica allegoria della fragilità umana, dell' animo umano nella sua forma più pura, e di questo la banalità, le certezze, i limiti (ve ne sono?), la fragilità e l' intemperanza. In un libro l' inconscio prevarica su Io e SuperIo con assoluta semplicità, inverte i luoghi comuni, domina mente e corpo dell' uomo sempre meno umano. Nel frattempo la definizione di pazzia perde ogni significato e si afferma l' egoismo come istinto primordiale, prima ancora la paura. Fino al chaos più totale.
Ma Saramago sottolinea anche quanto tutto questo sia assolutamente plausibile ipotizzando la diffusione di una cecità contagiosa ed incurabile, con tutte le conseguenze del caso.
Di secondaria importanza ma sicuramente voluta dallo scrittore la Malattia come causa degli accaduti e come fattore determinante, inserita anche dallo storico Jared Diamond in "armi, acciaio e malattie" con il medesimo valore relativamente al passato.
Interessante poi la scelta di sfruttare la figura della "moglie del medico" (protagonista), unica persona immune alla cecità, che si rivela utile allo scrittore per evidenziare la carenza di solidarietà nel mondo attuale (ella sente infatti il dovere di mostrarsi solidale con i ciechi che la circondano, man mano che la loro condizione peggiora).
"Cecità" si riassume dunque in un viaggio introspettivo molto profondo, in una critica della società odierna, nella realtà di un uomo-animale.