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Disastro in cucina
Non riesco proprio a capire perché questo romanzo abbia avuto tanto successo: forse per la scrittura semplice e rassicurante (volendo usare un eufemismo), o per i bei sentimenti dispiegati a profusione, o per il fascino del Sol Levante. Sta di fatto che stile e contenuto ricordano solo gli sfoghi un po' ingenui e adolescenziali di una ragazza sensibile e provata dalla vita.
Non si discutono le buone intenzioni dell'autrice, ma la letteratura di qualità sta decisamente da un'altra parte.
Il vento di primavera che soffia sul viso, il cielo perennemente azzurro, la luce abbagliante o le stelle che brillano (a seconda dell'orario) possono trasmettere un minimo di emozione una o due volte. Alla terza, però, suscitano qualche perplessità e più di uno sbuffo di noia.
La protagonista è sempre sul punto di piangere per nostalgia e solitudine o per gioia e gratitudine, a fasi alterne, e i personaggi bidimensionali (l'unica analogia con i fumetti manga citati nella prefazione) sono per lo più freddi in apparenza, ma fondamentalmente gentili e generosi, anche per la buona educazione ricevuta – concetto, questo dell'educazione, evidentemente fondamentale che viene ribadito un paio di volte.
La questione dell'omosessualità (o transessualità, non è dato sapere), viene liquidata con questa candida frase: “Solo e con un bambino piccolo, non sapeva proprio che fare. Allora decise di diventare donna”. Una donna bellissima e affascinante tra l'altro - il lettore non può più avere dubbi al riguardo dopo averlo letto per la ventesima volta.
“Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina”, è la frase iniziale del libro.
Ma allora perché non cimentarsi in un libro di ricette? Il risultato sarebbe stato di sicuro più interessante.
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Commenti
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Effettivamente Yoshimoto e' una penna d'aria, ti scivola via senza che te ne accorgi e spesso lascia poco o niente. O almeno cosi' la vedo io.
Alcuni romanzi successivi sono insignificanti, se non addirittura brutti.
@Mariangela: sinceramente non mi è piaciuto neanche il racconto, sembra scritto da una tredicenne.
@Emilio: io invece non ci ho visto alcuna promessa. E' il secondo libro che leggo della Yoshimoto, giusto perché volevo darle una seconda chance, e penso che sarà l'ultimo.
Grazie@Marcy, sempre deliziosa come le tue torte Lindt ;-)
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è l'unico libro che ho letto di Banana, ma non mi ha trasmesso nulla