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PIACEVOLE SORPRESA!
“Volevo scrivere un libro che attraversasse tutto lo spettro della vita delle donne, dalla prima infanzia alla vecchiaia. Sono loro a occupare la scena".( S.Hustvedt)
E così è stato…. Lasciando perdere il titolo, che se pur “veritiero”, potrebbe indurre a credere ad un romanzetto superficiale, senza grossi contenuti, idem dicasi per la lunghezza, 151 pagine, questa scrittrice mi ha conquistata.
Lo stile di scrittura è “pazzesco”! Prosa alternata a poesia, piccoli disegni racchiusi tra le pagine, svelano la rinascita della protagonista, brevi dialoghi, alternati a grandi spazi dedicati alle riflessioni di Mia, che si rivolge direttamente e più volte nel corso della trama, proprio al lettore; citazioni varie condiscono la vicenda.
La vicenda non è per nulla scontata, anche se l’argomento trattato potrebbe celare insidiose trappole per la stessa autrice, portandola a cadere nella tentazione di dipingere la figura maschile con tinte fosche, anche poco eleganti, facendo rientrare i personaggi in scontati stereotipi.
Invece non accade nulla di tutto ciò.
Mia, poetessa e filosofa di cinquantacinque anni, viene lasciata dal marito Boris, neuro scienziato invaghitosi di una collaboratrice di origine francese di circa vent’anni più giovane. Trent’anni di matrimonio vengono archiviati con la classica “pausa di riflessione”; da qui il termine che Mia utilizza per definire la donna che ora frequenta suo marito: “Pausa”. Quasi come se il chiamarla per nome rendesse ancora più reale e dolorosa la situazione che la protagonista si trova ad affrontare.
Cosa succede? Mia perde il senno, per un breve periodo, il dolore è talmente forte che la sua mente va in frantumi, viene ricoverata con la diagnosi di “psicosi reattiva”.
La storia si svolge nel momento in cui la donna torna nel paese natio per riprendere il mano la propria vita dopo il ricovero.
Mia ricomincia a frequentare assiduamente la madre ed altre ospiti della struttura per anziani dove sono ricoverate. I “cigni” vengono definite le donne, quasi come se la definizione riportasse alla se pur crudele realtà, che la vita per loro, sia giunta quasi al capolinea ( il canto del cigno). Insieme le donne pongono in essere una sorta di circolo letterario dove viene letto il libro della Austen “Persuasione”.
“ Adorata e detestata,Jane Austen ha sempre tenuto occupati i critici. Una biblioteca non è una buona biblioteca se non contiene almeno un’opera di Jane Austen disse il beniamino letterario d’America Mark Twain. Anche se non contenesse altri libri.”
Inoltre la protagonista, inizia a tenere una serie di lezioni sulla poesia a sette adolescenti nel periodo estivo. Imparerà a conoscerle, a scoprire grettezza e crudeltà nel comportamento del branco nei confronti di un singolo, le aiuterà a guardarsi dentro come contemporaneamente farà ella stessa.
Pian piano il tempo, le donne che riempiono il mondo di Mia, la consapevolezza del proprio essere indipendente, del proprio valore e del proprio volere (scusate il gioco di parole…), rendono la donna più forte, migliore per certi aspetti.
“Una parte di me si è abituata all’idea che Boris se ne fosse andato per sempre. Nessuno avrebbe potuto essere più sconvolto di me da quella rivelazione.”
Si rincorrono digressioni sul matrimonio, sulla figura dell’uomo e della donna, mai banali, un sottile filo di ironia condisce il tutto.
Che dire, questo libro è un piccolo gioiello, che consiglio vivamente alle mie amate lettrici, proprio come fa Mia:
“….voglio dirti, Persona Gentile là fuori, che sei qui con me ora, sulla pagina, cioè, se sei arrivata fino a questo paragrafo, e non hai lasciato perdere e non hai scagliato me, Mia, dall’altra parte della stanza…… in tal caso voglio prendere il tuo viso tra le mani e ricoprirti di baci…..”
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Commenti
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Ordina
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:)
Ehi, voi persone "donne" Gentili del libro e della recensione...grazie e un abbraccio fortissimo!!!
Pia
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Bruno