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A sangue freddo
 
A sangue freddo 2014-04-11 19:03:52 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    11 Aprile, 2014
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Il 'romanzo-reportage' che fa scuola ancora oggi

Holcomb, Kansas occidentale, " una zona desolata che nel resto dello stato viene definita 'laggiù' ".
È questo il paesino arido, sperduto e malinconico che diventa l'amara ambientazione di un plurimo omicidio nella mattinata del 16 Novembre 1959.
Dando adito a una soffiata riguardante un cospicuo bottino in una cassaforte, i delinquenti Perry Smith e Richard 'Dick' Hickock approfittano della loro libertà vigilata per rapinare e uccidere l'intera famiglia Clutter.
La notizia si diffonde rapidamente suscitando un clamore generalizzato in tutta la contea, sia perché i Clutter "erano benvoluti da tutti, e se una cosa del genere ha potuto accadere a loro, chi è al sicuro allora, domando io." sia per una crudeltà omicida che in una cittadina così tranquilla e silenziosa non si era mai vista prima.
Nonostante il caso venga assegnato a 18 uomini, fra cui tre agenti speciali del KBI, "niente ha senso in questa storia" e le prime indagini si rivelano un buco nell'acqua semplicemente perché è impossibile trovare un movente che spieghi delle esecuzioni così barbare e spietate. Fino a quando non inizierà a paventarsi " l'ipotesi dei due assassini ", supportata anche da alcune informazioni provenienti dal carcere che ha 'ospitato' i due loschi figuri, e così le ricerche porteranno alla cattura dei due assassini, che nel frattempo si erano resi colpevoli anche del furto di un automobile.
Messi sotto torchio in un lungo ed estenuante interrogatorio, finiranno per confessare i loro misfatti e saranno condannati alla pena capitale dopo oltre cinque anni di processo.

Basato su un fatto di cronaca realmente accaduto, possiamo definire questo testo come l’opera fondatrice della "non-fiction novel", un genere letterario che nasce dal connubio tra letteratura e giornalismo.
Si tratta a tutti gli effetti di un reportage narrativo 'romanzato', perché Capote rimane talmente colpito da questo plurimo omicidio che spinge il 'New Yorker' a inviarlo come cronista a Holcomb per poter approfondire meglio l'accaduto e seguire il processo che, appunto, terminerà con due sentenze di morte: fra le altre cose, lo scrittore intervisterà alcuni membri della piccola comunità, conoscerà e intervisterà personalmente Dick e Perry, accumulando migliaia di pagine di materiale giornalistico e lasciandosi coinvolgere anche dal punto di vista emotivo-sentimentale, soprattutto per la visione dell'essere 'diverso dal resto del mondo' che lo accomunava con Perry stesso.

Un autentico 'lavoraccio' per Truman, sicuramente geniale e innovativo nel costruire la sua opera più importante secondo una serie gerarchica di livelli semantici, perchè si occupa in primis del rapporto fra etica e antropologia, per poi salire di livello analizzando l'antropologia da un punto di vista qualitativo tendente a un voyeurismo quasi dispotico, e lasciando infine una implicita critica riguardo la pena di morte e la violenza, concetti pratici che non risolvono e non risolveranno mai l'eterna dicotomia fra il Bene e il Male.
Forse una nota di (de)merito possiamo (de)notarla nell'utilizzo quasi sconsiderato dei dettagli che costituiscono le digressioni dell'intreccio del, ma le caratterizzazioni mentali e psicologiche dei due malfattori sono davvero da manuale del moderno 'romanzo-inchiesta'.

Si tratta di un libro che ti prende per mano e ti accompagna nei meandri più reconditi della psiche omicida, osservata senza filtri e censure in tutta la sua pura malvagità nei confronti un mondo che non può che risultare estraneo e incomprensibile, anche attraverso uno stile crudo e un linguaggio 'sotterraneo' realista, senza fronzoli e straordinariamente emotivo.

Un romanzo vivo, vero, vissuto e che lascia davvero senza parole. Un autentico capolavoro del secolo scorso.

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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Un libro che per chiunque altro (ma lo è stato anche per Capote) sarebbe stato difficile da scrivere. Ma, a mio parere, lo è anche da recensire. Complimenti per come l'hai fatto.
A cosa alludi esattamente quando scrivi di "utilizzo quasi sconsiderato dei dettagli che costituiscono le digressioni dell'intreccio"?
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AndCor
12 Aprile, 2014
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Ebbene sì, recensire un testo simile è un 'lavoraccio' anche per noi lettori :-D

Grazie mille per i complimenti :-)
In risposta ad un precedente commento
AndCor
12 Aprile, 2014
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Intendo affermare che, oltre alla 'fabula', sono presenti tanti dettagli e puntualizzazioni che aprono numerose sequenze statiche (come le descrizioni di ambienti e la cronistoria di Holcomb e di alcuni personaggi) col (quasi) rischio di spostare l'attenzione dalla trama ad un aspetto secondario del testo.
Ma in fondo si tratta di un romanzo-verità, ed il 'quasi' posto davanti all'aggettivo 'sconsiderato' vuole rendere ancora più merito alla scelta dell'autore di arrivare a lambire i confini del pleonastico senza mai scaderci effettivamente.

Spero di essere stato chiaro :-)
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
13 Aprile, 2014
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Chiarissimo, e stavolta condivido! :-)
5 risultati - visualizzati 1 - 5

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