Dettagli Recensione
Il profumo delle radici
Grandissimo romanzo dell'altrettando grande Cormac McCarthy.
Cavalli selvaggi non è solo una storia western, classico set di cowboy e ranch da mandare avanti; Cavalli selvaggi è anche e soprattutto la storia di un sedicenne che rifiuta il proggresso. Se per progresso si intendono la città, le macchine e il superamento della vita en plen air, be', John Grady Cole il progresso non lo vuole. La storia è ambientata nel Texas di metà Novecento, il cosiddetto secolo breve, dove però l'impennata tecnologica è stata senza eguali rispetto al passato. Eppure, nonostante siano da sempre i giovani i più inclini al progresso, il fantastico protagonista di questo libro la pensa diversamente. Questo ossimoro, che a tratti fa anche sorridere, porta John Grady a mollare tutto per andare in Messico a cavallo, alla ricerca di un lavoro in qualche ranch. Lui e il suo fidato amico di sempre si troveranno coinvolti in vicende più grandi di loro, ed è proprio grazie a queste dissavventure, a tratti drammatiche, che capiamo il valore dell'amicizia nata dalla semplicità.
A mio avviso, la cosa più sorprendente di tutto il libro è la costante sensazione di terra tra le mani e nei capelli che McCarthy riesce a comunicare. E' come se il lettore fosse lì con i personaggi, e talvolta gli discpiace anche non esserci per davvero.