Dettagli Recensione
Ragazze di campagna.
Un romanzo che quando uscì nel lontano 1960, nell'Irlanda bigotta e cattolicissima, creò molto scalpore, oggi non è niente di rivoluzionario, sono due ragazze che vogliono vivere semplicemente libere da tabù e costrizioni la loro adolescenza, i loro primi amori e la loro sessualità.
Sono due ragazze completamente diverse: una Baba, scaltra, esuberante e sfrontata che spesso ridicolizza e offende Caithleen, intelligente e dolce che soffre per la morte improvvisa della madre, l'unica che le ha dato amore, odia profondamente il padre violento e gran bevitore, sempre pieno di debiti, che si è fatto portar via tutto (casa, terreni e bestiame) dalle banche, innamorata di un uomo molto molto più vecchio di lei e sposato.
Un giorno vincono una borsa di studio in un convento di suore, dove vigono regole rigidissime alle quali non riescono ad adattarsi, fuggono, vanno a Dublino a cercare fortuna e convinte di conquistare il mondo.
Amaro e triste, incisivo come solo alcune giovani opere sanno essere, “Ragazze di campagna” è un romanzo toccante e ironico, il ritratto di un'epoca in fermento, di grandi cambiamenti e tragiche contraddizioni.
"Credo che fu in quel momento che iniziò quella fase della nostra vita che potremmo intitolare -due sciocche ragazze di campagna alla conquista della grande città-. La gente ci fissava e poi guardava subito dall'altra parte, come se fossimo state nude o qualcosa del genere. Ma a noi non importava. Eravamo giovani e belle, o almeno eravamo convinte di esserlo."