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14 anni
Quando penso che l'opera della Nemirovsky è rimasta nel dimenticatoio per più di 60 anni, inevitabilmente mi chiedo cos'altro ci stiamo perdendo adesso e forse scopriremo tra chissà quanto altro tempo.
Quando invece penso alla triste, inspiegabile fine che questa ragazza sensibile e promettente ha fatto, unita dal destino a milioni di altri innocenti, i pugni si stringono per la rabbia.
Sto divagando, meglio parlare di questo piccolo capolavoro.
"Il ballo" è stato scritto nel 1928 ed ambientato nell'alta società parigina, nel lussuoso appartamento di una famiglia arricchita di origine ebraica.
Il fatto che i Kampf non siano ricchi di origine, ma che lo siano diventati grazie alle speculazioni in borsa del capofamiglia, è un dettaglio non di poco conto.
Antoniette, la protagonista, è una ragazzina di 14 anni che, secondo i costumi dell'epoca, viene trattata come una vera e propria bambina. Rosine, sua madre, è tutt'altro che amorevole nei suoi confronti: mal sopporta la presenza della figlia, che preferisce affidare ad una bambinaia inglese, concentrandosi di più sull'apparire ricca e di alta classe nonostante le sue umilissime origini.
Il signor Kampf è un personaggio di contorno, che appare completamente soggiogato dai voleri della moglie.
Antoniette, come molte sue coetanee di oggi, odia i suoi genitori. Il suo odio è intenso, è un vero e proprio disprezzo nei confronti di due persone che percepisce come ridicole e spregevoli, nel loro continuo affannarsi nel cercare di sembrare ricchi e potenti.
Odia anche la sua bambinaia, personificazione delle catene imposte dalla madre che la costringono ad essere una bambina anche ora che non si sente più tale.
Il rancore di Antoniette esplode allorquando la madre decide di dare un grande ballo per debuttare nell'alta società. I preparativi sono maniacali, nessun dettaglio viene trascurato, e Antoniette viene suo malgrado coinvolta nella preparazione dei quasi 200 inviti da spedire ad altrettanti Conti, Marchesi e compagnia bella. Ma quando chiede di poter partecipare alla serata, prontamente si scontra contro il muro della madre che non vuole sentire ragioni a riguardo.
A quel punto, nonostante la tenera età, riuscirà mettere in atto una vendetta che, seppur impulsiva, si rivelerà "diabolica".
"Il ballo" , complice anche la sua brevità, è folgorante. Fortemente autobiografico, mi ha riportato ai miei 14 anni, quando il mondo intero era il mio nemico e sognavo di avere 10 anni di più, di essere indipendente.
Quei 10 anni sono passati in fretta e purtroppo di tornare indietro non se ne parla. Forse questo piccolo libro mi è piaciuto così tanto proprio per questo: Antoniette avrà per sempre 14 anni, sarà per sempre in conflitto con il mondo che la circonda. E per quanto riguarda me, non dovrò fare altro che rileggermi "Il ballo" per ricordare come ci si sente.
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Commenti
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@Emilio: drammacità appesantita? Chissà come riusciva a vivere con quel macigno in corpo e nel cuore...bisognerebbe provare per capire, credo io...e bravissima lei a renderci partecipi.
PIa
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