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Delitto e Castigo
 
Delitto e Castigo 2014-03-22 14:58:20 Gioiese
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Gioiese Opinione inserita da Gioiese    22 Marzo, 2014
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Il castigo ce lo impone la nostra coscienza.

[Contiene spoiler sul finale.]

Siamo nella Russia di Dostoevskij, a Pietroburgo. La vicenda si svolge tutta intorno al protagonista del romanzo, Rodion Raskol'nikov, il quale è un ex studente universitario, che dopo aver abbandonato gli studi, vive da fallito in una casa minuscola nei bassifondi di Pietroburgo. Importanti per lo sviluppo della storia e per capire bene il romanzo di Dostoevskij, sono il carattere ed i pensieri del giovane protagonista. Egli è infatti un uomo fondamentalmente buono ma orgoglioso, chiuso, quindi tende a sembrare freddo con le persone e a non dimostrare i sentimenti che prova. Spinto dalla notizia che sua sorella vuole sposare un uomo ricco per poterlo aiutare economicamente a riprendere gli studi, sacrificando piuttosto lei stessa e la sua vita, decide di non accettare questo sacrificio, piuttosto troverà da sé una buona somma di denaro per far sì che non ci sia bisogno di quel matrimonio di convenienza. Per avere questi soldi, elabora un piano ingegnoso di omicidio di una vecchia usuraia, alla quale avrebbe rubato tutti i suoi averi e fatta così una discreta somma.
Nonostante qualche cambiamento del piano dell'ultimo momento, e la presenza imprevista della sorella della vittima, tutto riesce alla perfezione: nessuno sarebbe mai potuto risalire a lui ed incolparlo di quel duplice omicidio. Tuttavia adesso sorgono i problemi: Dostoevskij infatti, con grande maestria, riesce a descrivere bene il "castigo" che si abbatte sul protagonista per i delitti che ha commesso. Egli infatti si ammala sia fisicamente che, soprattutto, psicologicamente, e la paura di essere scoperto lo porta a distaccarsi sempre di più dalla famiglia e a distruggersi piano piano a livello mentale. Più volte sarà sul punto di tradirsi e più volte penserà a costituirsi; e lo farà spinto da Sonja, proprio quando un'altra persona aveva confessato di aver commesso l'omicidio, e quindi il caso era stato risolto; lui non correva più alcun pericolo. Secondo me con questo passaggio Dostoevskij ci ha voluto insegnare che è giusto pagare quando si commette del male, per poter pulirsi la coscienza e non vivere tutta la vita in preda ai rimorsi. L'amore per Sonja lo porterà a sopportare la prigione, nella speranza di potersi rifare una nuova vita quando avrà scontato la pena.
Il questo fantastico romanzo, il tema portante è il tormento e la lenta distruzione fisica e mentale del protagonista; questo è il modo in cui deve espiare la sua colpa, questo è il vero castigo, non la prigione. Accanto a lui, in una Pietroburgo divisa (come tutto il mondo da sempre) tra gente che per mantenere la famiglia è costretta a prendere il foglio giallo (cioè a fare la prostituita) e gente che è abbastanza ricca da credere di poter comprare tutto coi soldi, il giovane protagonista troverà un amico, Razumichin, il quale sarà davvero importante per lui e per la sua famiglia. La grande abilità di Dostoevskij nel descrivere minuziosamente tutti i personaggi, tutti a loro modo importantissimi nella storia, rende il romanzo molto realistico ed affascinante.
Importanti sono i pensieri del protagonista, su tutti troviamo una teoria secondo la quale gli uomini non sono tutti uguali, ma alcuni sono al di sopra della legge in quanto geniali: "Io non lo accuso, non pensatelo nemmeno, vi prego; e poi, non è affar mio. C'entrava anche una sua teoria personale, una teoria così e così, secondo la quale gli uomini si dividono in mate­riale grezzo e individui speciali, cioè individui per i quali, data la loro posizione elevata, la legge non vale; anzi, sono loro che fanno le leggi per gli altri uomini, per il materiale, per la spazzatura. Non c'è male, una teoria così e così: une thèorie comme une autre. Napoleone lo ha terribilmente affascinato; cioè, con più precisione, lo ha affascinato l'idea che moltissimi uomini geniali non abbiano badato a una cattiveria singola e siano passati oltre, senza stare a pensarci."
Troviamo anche il pensiero machiavellico de "il fine giustifica i mezzi": "Se l'ammazzassimo e ci prendessimo e suoi soldi, per dedicarci poi con questi mezzi al servizio di tutta l'umanità e della causa comune, non credi che un solo piccolo delitto sarebbe cancellato da migliaia di opere buone? Per una vita, migliaia di vite salvate dallo sfacelo e dalla depravazione. Una morte sola, e cento vite in cambio."
Romanzo da leggere con assoluta concentrazione.

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