Dettagli Recensione
piccola donne, arrivederci.
La lettura di arrivederci piccole donne porta, volutamente, a trovare similitudine con le protagoniste del romanzo della scrittrice Alcott. Serrano racconta di Nieves, Ada, Luz e Lola, quattro cugine, e non sorelle, che vivono in Cile tra la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo.
Sono soprattutto i tratti caratteriali a riportarci alla mente le sorelle March.
Jo, tra l’altro la mia preferita, è qui incarnata in Ada una donna autonoma indipendente curiosa e amante dei libri, come Jo è reputata un maschiaccio e come lei intraprenderà la vita da scrittrice.
Meg ,la maggiore, è Nives, punto di riferimento per le altre, vive una vita dedita alla famiglia, con qualche rimpianto per non essere stata intraprendente, per non aver avuto una vita “interessante”.
Amy, la più piccola, è nel libro la giovane bella cugina Lola, ella risulta essere l’opposto della cugina Ada, come Amy lo era nei confronti di Jo. Lola dalle spiccate doti artistiche sceglierà poi di affermarsi in altro campo lavorativo, acquisendo un discreto successo e una certa disponibilità di denaro
La cagionevole Beth è Luz, la cugina buona accomodante, colei che rimane in qualche modo in disparte, ma che la “Serrano” indica come voce narrante del suo libro, come guida per raccontare delle altre tre donne e di se stessa, della loro spensierata e determinante giovinezza trascorsa al Pueblo durante i lunghi periodi estivi. Dal mio punto di vista una rivalsa di questo personaggio, che anche nel libro della Ascott, rimane marginale e che in queste pagine assume un ruolo al di sopra delle parti, un’acuta osservatrice.
Intreccio di punti di vista, di flashback, di giovani ragazze che diventano donne, diverse, distanti, legate in modo viscerale al Pueblo, a quella tenuta di famiglia, forse l’unico posto dove tutte si sono sentite protette, dove tutte si sono sentite a casa. Costantemente le cugine ritornano in quei luoghi con la mente, con i ricordi, perché i fatti accaduti in quei luoghi hanno plasmato le loro vite,condizionandole fino a portarle nel loro presente.
E’ incredibile come la scrittrice sia in grado di raccontare il mondo femminile in maniera acuta profonda, senza mai cadere nel banale e senza essere mai noiosa. Nei suoi libri c’è sempre almeno un pezzo, una sfumatura ben descritta in cui, noi donne che la leggiamo, ci ritroviamo e forse per i lettori uomini una piccola chiave per capire meglio la nostra complessità.