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La donna giusta
 
La donna giusta 2014-03-20 12:41:07 Gioiese
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Gioiese Opinione inserita da Gioiese    20 Marzo, 2014
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Ben oltre l'intreccio amoroso tra quattro persone

Ammetto di essermi avvicinato a questo libro per puro caso... dopo aver letto una citazione su internet, che è questa: "Improvvisamente ho capito che non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun'altra parte, puoi starne certa. Esistono soltanto le persone, e in ognuna c'è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c'è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l'unica, la meravigliosa, la sola che potrà darci la felicità. Esistono soltanto delle persone, e in ognuna ci sono scorie e raggi di luce, tutto…".
"La donna giusta" è un romanzo molto vasto ed intenso nei temi che tocca. L'ambientazione è storica e realistica, siamo quasi per tutto il romanzo nell'Ungheria (Budapest) della prima metà del '900, e soltanto alla fine, con l'epilogo, ci si sposta a Roma e New York. La storia di base è il matrimonio tra Marika e Peter che dopo molti anni e la nascita e la morte di un bambino, finisce a causa dell'amore di Peter verso un'altra donna, il suo primo amore, che in cuor suo non aveva mai dimenticato, neanche durante il matrimonio.
Questa è la trama in poche parole, ma la particolarità di questo romanzo è che questa stessa vicenda viene raccontata quattro volte, in quattro versioni diverse, da quattro persone diverse. Ecco che allora ogni fatto, ogni episodio, cambia di prospettiva, di significato, e di valore in base a chi lo racconta e ci si rende conto che i quattro personaggi non hanno vissuto la stessa esperienza, ma ognuno la propria esperienza soggettiva! Il lavoro di Márai è straordinario perché riesce ad interpretare alla grande quattro personaggi così diversi per estrazione sociale, carattere e modo di fare e riesce a raccontare in pratica sempre lo stesso episodio senza annoiare mai, anzi, porta il lettore a voler andare sempre più avanti per cogliere tutti i particolari di questa storia.
E non è tutto. In questo romanzo di Marái l'amore non è assolutamente l'unica cosa di cui ci parla; infatti i temi principali di questo capolavoro sono sicuramente, oltre all'amore, la solitudine dell'uomo; che si ritrova nel marito che nonostante un'intimità piena con la donna con cui è sposato da anni, non riesce ad aprire la propria anima completamente: "In ogni vero uomo c'è una certa ritrosia, come se egli volesse precludere una parte del suo essere, della sua anima, alla donna amata, come se le dicesse: «Ti concedo di arrivare fino a qui, mia cara, e non oltre. Ma qui, nella settima stanza, ci voglio restare da solo». Le donne stupide impazziscono di rabbia. Quelle intelligenti si intristiscono, si lasciano prendere dalla curiosità, ma alla fine se ne fanno una ragione." "Un giorno anche noi diventiamo adulti, e scopriamo che la solitudine, quella vera, scelta consapevolmente, non è una punizione, e nemmeno una forma morbosa e risentita di isolamento, né un vezzo da eccentrici, bensì l'unico stato davvero degno di un essere umano. E a quel punto non è più tanto difficile da sopportare. È come poter vivere per sempre in un grande spazio e respirare aria pura." Un altro tema fondamentale è la differenza tra le diverse classi sociali, il fatto che le persone di ceto più alto dovevano necessariamente sposarsi tra loro, per questo Peter non potè da giovane sposare la serva Judit. Si parla anche di cultura, rappresentata dallo scrittore nichilista secondo il quale la cultura sta andando piano piano a perdersi: "«Perché la cultura è ormai alla fine. […] Morirà, resteranno qua e là solo singoli ingredienti. È possibile che anche in futuro da qualche parte si venderanno olive ripiene al pomodoro. Ma sarà ormai estinto quel genere di persone che avevano coscienza di una cultura. La gente avrà soltanto delle conoscenze, e non è la stessa cosa. La cultura è esperienza, […]. Un'esperienza continua, costante, come la luce del sole. La conoscenza è solo un accessorio»." Ed infine tratta le ultime fasi della seconda guerra mondiale e quello che ha provocato in Ungheria.
Tantissime sono le frasi che ho amato e dico che questo romanzo è un capolavoro. Mi porta a desiderare di lettere altri libri dello stesso autore.

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Commenti

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Sono d'accordo con te: Marai ha una profondità che si trova di rado nella letteratura del secolo scorso, e la esprime con uno stile solo suo. Bella scelta e recensione.
Proprio una bella analisi per un libro che anche io ho molto amato leggere e apprezzato.
Pia
Recensione molto bella. In questi giorni sto leggendo proprio questo libro, che trovo gradevole e interessante. Apprezzo parecchio Marai, ritenuto (con l'autrice Magda Szabò), il migliore scrittore ungherese del '900.
Complimenti per la recensione, mi ha incuriosito e presto lo comprerò. grazie
In risposta ad un precedente commento
Gioiese
22 Marzo, 2014
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Grazie a tutti per gli apprezzamenti, questo è uno dei miei romanzi preferiti e consiglio a tutti di leggerlo.
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