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Si può donare senza chiedere nulla in cambio?
Chiunque abbia mai superato un momento difficile nella propria vita lo sa: è il senso di solitudine la trappola più insidiosa e subdola nella quale si cade inevitabilmente. “Ognuno sta solo sul cuor della terra…” scriveva Quasimodo, e mai come nella sofferenza (piccola o grande che sia) ci sentiamo distanti e incompresi da tutti.
Se nella realtà esistesse il posto ideale dove rimettersi in pista, questo sarebbe L’Atelier dei miracoli, un’associazione no-profit dedicata a chiunque, senza distinzioni di sorta. La premessa è sicuramente di grande presa, ed è molto interessante che i tre “casi umani” protagonisti, Millie, Mike e Mariette, siano molto diversi fra loro, sia per estrazione sociale e cultura, sia per personalità. È ancor più interessante che ognuno di loro racconti in prima persona la propria toccante storia, a capitoli alterni. Peccato che il tono sia sempre lo stesso, senza una caratterizzazione tipica, quindi l’ex-militare si esprime con lo stesso linguaggio della docente, moglie del politico.
Perfino l’elemento thriller che a un certo punto si inserisce nel racconto e che offusca con un velo di ambiguità il personaggio del benefattore Jean, non riesce a dare alla storia quel colpo di coda che ci si aspetta e che avrebbe reso meno scontata la domanda “È davvero possibile fare del bene senza chiedere nulla in cambio?”.