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La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo
“La simmetria dei desideri” di Eshkol Nevo, israeliano, è un romanzo pervaso da una costante, struggente malinconia in cui la narrazione procede lenta sul filo della memoria.
La voce narrante appartiene a uno dei personaggi della vicenda, uno dei quattro giovani che, legati da un forte vincolo d’amicizia, in occasione della finale dei mondiali di calcio del ’98, decidono di esprimere ciascuno un desiderio e scriverlo su un bigliettino da leggere quattro anni dopo, nella stessa occasione, per constatare se siano riusciti a realizzare i propri sogni.
Le vite dei quattro amici si intrecciano, i legami diventano sempre più stretti, inconsapevolmente ognuno di essi diviene dipendente dall’altro. Ogni esperienza è condivisa, sulla base di un’amicizia sempre più profonda.
“Gli amici sono come un’oasi nel deserto, che permette di dimenticare il deserto, o come una zattera nel mare in tempesta..”
Ma anche nell’amicizia, la più solida, si possono annidare inganno e tradimento e anche i quattro amici di Haifa conosceranno disillusione e sofferenza. L’impegno da loro assunto scandisce le loro vite e le condiziona, a tal punto che è amaro constatare come il tempo muti il corso delle cose a dispetto dei propositi di ognuno. È per questo che Yuval, il narratore, farà in modo di realizzare quella simmetria dei desideri resa difficile se non impossibile dagli eventi della vita. Con il suo romanzo, con il racconto delle loro esperienze condivise, egli riuscirà a ricreare l’armonia dei giardini di Bahà’ì, un luogo la cui perfezione estetica si basa su una perfezione geometrica, in pieno contrasto con il mondo esterno circostante ancora dilaniato dalla guerra e dalla intifada. E la realtà del paese Israele che rimane apparentemente solo sullo sfondo in questo romanzo, è invece, a mio avviso, continuamente presente con i riferimenti alla cultura britannica, alle lotte intestine, a tutto ciò che rende difficile la realizzazione di una vera patria che è ciò che più manca a questi personaggi, alla continua ricerca del “nucleo” in cui trovare rifugio e protezione.
Originale è la tecnica narrativa di quest’opera, che dal secondo capitolo in poi, inizia con un brano in corsivo che altro non è che la descrizione di una fotografia. Solo verso la conclusione del romanzo si comprenderà il fine di queste introduzioni, che portano poi alla più estesa narrazione degli avvenimenti e all’analisi introspettiva approfondita dei personaggi, con una particolare attenzione all’io narrante.
Un romanzo armonioso nella sua struttura, in cui la simmetria dei desideri trova riscontro nella simmetria strutturale.
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Grazie, Pia! Sei sempre tanto gentile. Un abbraccio.
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Pia