Dettagli Recensione
“In me tu vedi il crepuscolo di un giorno..."
Quella di William Stoner non è la storia di un uomo che ha lasciato tracce memorabili nella sua esistenza. Lo scrittore mette le cose in chiaro fin dall'inizio, gettando subito sul romanzo una luce di malinconia e disillusione.
Sono i dettagli quelli che contano in questo libro, oltre ai punti salienti di una vita che procede malgrado i numerosi fallimenti.
Dopo averne conosciuto i sentimenti più riposti ci si sente crudeli a definire Stoner un fallito, sebbene lo sia indubbiamente sotto molti punti di vista.
Ma non si dimenticano le sue mani tozze e brune, sciupate dal lavoro nei campi - le mani di un figlio di contadini poveri - che sfogliano delicatamente un libro di letteratura, non si dimentica la sua folgorazione durante una lezione all'università di Columbia:
“Shakespeare le parla attraverso tre secoli di storia, Mr Stoner. Riesce a sentirlo?”.
Li sente eccome quei versi struggenti, con un'intensità che lo stordisce e che cambierà la sua vita:
“In me tu vedi il crepuscolo di un giorno che dopo il tramonto svanisce all'occidente...”
Il campus diviene la sua vera casa, studia con passione per recuperare il tempo perduto fino a consumarsi gli occhi, e i libri resteranno sempre i suoi fedeli compagni.
Quarant'anni di vita accademica in qualità di docente, quarant'anni di matrimonio con una moglie nevrotica che farà pagare a lui un'infanzia infelice e anaffettiva, e che per gelosia e invidia ucciderà la felicità della figlia distruggendo metodicamente il suo rapporto col padre.
Stoner incassa i colpi senza reagire più di tanto, lotta con dignità per ciò in cui crede ma si lascia più volte disarcionare, mentre le sue spalle di studioso si incurvano sotto il peso del tempo che avanza e delle frustrazioni personali e professionali.
Comincerà a morire molto prima della sua fine effettiva, quando rinuncerà all'amore senza combattere.
“Non ho mai imparato”, dice ad un collega ed amico, che a differenza sua sembra sapere perfettamente come si sta al mondo.
Le ultime pagine toccano le vette del capolavoro, mentre il lettore fa suo in un certo modo doloroso l'interrogativo di respiro universale che Stoner rivolge a se stesso:
“Cosa ti aspettavi?”.
Indicazioni utili
Commenti
11 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Ordina
|
bella recensione cri.
saluti paola
Complimenti :-)
Mi
Tenti
:
-
)
11 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |