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Andiamo..
la sacra strada, il desiderio di perdersi, di provare nuove sensazioni, il desiderio di spremere la vita fino all'ultima goccia e in particolare il desiderio di andare.
Sal Paradise, un giovane newyorkese , incontra Dean Moriarty, un ragazzo dell'Ovest. Uscito dal riformatorio, Dean comincia a girovagare, sempre alla ricerca di esperienze intense. Dean decide di ripartire per l'Ovest e Sal lo raggiunge; è il primo di una serie di viaggi che imprimono una dimensione nuova alla vita di Sal.
Romanzo non dichiaratamente, la considero come una Bibbia, una Bibbia postmoderna per la gioventù beat.
nonostante le premesse, non troppo entusiasmanti, andando avanti nella lettura, conoscendo il carattere dei personaggi, il loro continuo andare, perdersi, hanno fatto si che anche io mi perdessi nelle strade asfaltate dalle parole di Kerouac.
Sal e Dean i protagonisti, vanno e vanno, senza mai fermarsi, alla ricerca di qualcosa che probabilmente non riescono nemmeno loro a capire, ma nonostante questo sentono che quel qualcosa, non è nel luogo in cui si trovano, la strada quindi diventa uno stimolo, una fame, un viscerale bisogno di percorrerla e vedere tutto quello che ha da offrire, questo desiderio è uguale sia per Sal che per Dean, anche se il primo lo capisce dopo, probabilmente non sarebbe mai partito senza la forza di Dean, quest'ultimo di fatto è il motore del libro, la sua energia, la sua capacità di persuasione, la sua aura da mistico.
Dean è capace di farsi amare e odiare nello spazio di una pagina.
Un'altra cosa che colpirà sicuramente il lettore, sono i grandi spazi della vecchia America, dai grandi deserti e i canyon alle montagne innevate e alle sconfinate praterie, praticamente ogni stato americano viene inserito ognuno con le sue bellezze, i suoi difetti, la moltitudine di umanità che Sal e Dean incontrano, soli e tristi suonatori di jazz e ragazze tantissime ragazze.
Si può "semplificare" il tutto dicendo che i personaggi di On the road, non solo sono affamati di vita ma bruciano come magma fuso di vita, cercano di fondersi col mondo, bruciando e beandosi del loro rogo, come scrive Kerouac "il fondamento della beatitudine".
Per concludere, questo non è sicuramente un romanzo, i cui ideali sono ristretti solo agli artisti beat, sono ideali in cui tutte le persone possono immedesimarsi, prendere e lasciare tutto e andare, non fermarsi fino a quando non si arriva, per andare dove non si sa ma bisogna andare .
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