Dettagli Recensione
ricci e pregiudizi
mi unisco al coro dei detrattori di questo romanzo che inneggiando ogni tre per due alla grande letteratura fa scempio di scrittori, pittori e musicisti relegandoli a stucchevoli riassuntini degni dei bignami scolastici. inoltre le due protagoniste che ogni tre righe accusano il mondo intero di vedere le persone solo attraverso il pregiudizio in realtà applicano uno snobismo e una razzismo intellettuale verso tutti e tutto. secondo l'autrice dovremmo tutti partire dal presupposto che portinai e bambini siano esseri insignificanti, convenzionali e ignoranti. temo quindi che sia lei la prima vittima di tale pregiudizio, talmente banale e semplicistico da perdere ogni tipo di forza sociale e letteraria. credo anche che sbeffeggiare gli studenti della normale di Parigi e certi intellettuali socialisti sia un modo per l'autrice di togliersi qualche accademico e personalissimo sassolino dalle scarpe. inserire continue e superficiali dissertazioni filosofiche per farci vedere quanto ha studiato è il giusto approccio all'arte secondo la scrittrice? quanta nostalgia per il magnifico ritratto del sinolgo Kien in "Autodafè" di Canetti, vero e straordinario romanzo sull'amore per la letteratura e per l'arte, talmente ricco di spunti e umanità (senza sentimentalismi) da rimanere nel cuore e nella mente per sempre.