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L'importanza di una seconda opportunità
Scrivo questa recensione a caldo, avendo appena finito di leggerlo. Che dire, se prima avevo qualche dubbio adesso ne sono certa: Zafón ha creato una vera e propria magia, un incantesimo di cui mistero e tenacia fanno parte. Se il primo capitolo della trilogia, oltre a tenerti incollata, era stilisticamente più semplice, stavolta lo scrittore dà il meglio di sè, introducendo a tratti tematiche filo-religiose e teologiche. Ma non tenterò di nascondere le lacrime che questo libro mi ha provocato, assieme al desiderio di terminarlo ogni qual volta avessi trovato un minuto libero. Ma andrò per ordine.
David Martìn è un aspirante scrittore, figura diametralmente opposta a quella del protagonista del primo romanzo, Daniel Sempere. Avendo adorato "L'ombra del vento", non ho potuto fare a meno di notare la differenza nella descrizione di Daniel in questo secondo capitolo. Oltre alla presenza del padre di Daniel, "il signor Sempere", che sembra essere l'unico tramite tra i due scritti, un lettore che non si è mai cimentato nella Trilogia di Zafón potrebbe tranquillamente leggere "Il gioco dell'angelo" senza aver letto l'opera precedente. Nel mondo di David, Daniel è tutt'altro che il giovane innamorato di Bea, amico di Julian e amato dal padre. Sembra essere solamente un ragazzo timido e dall'aspetto goffo che non ha niente a che vedere con la sua descrizione originale. Inoltre, molti fatti e avvenimenti che si susseguono nel libro, sembrano parlare di un altra libreria, di un'altra Barcellona, di un Fermìn inesistente (ahimè, il mio personaggio preferito), di persone totalmente diverse. Unica similitudine che ho riscontrato, l'amore per il libri del signor Sempere e la presenza del Cimitero dei Libri Dimenticati. Detto questo, specifico che è stata solo una mia annotazione che ho voluto condividere con voi (non per questo ha cambiato l'idea che mi sono fatta del libro). Romanzo meraviglioso, colpi di scena sempre presenti, descrizioni perfette (ho amato la parte innocente/non innocente del protagonista); concordo con altri utenti che hanno ritenuto la fine la parte più bella, e anche la più commovente. Inaspettatamente e contro ogni mio pensiero, ho amato David, il suo cambiamento nel corso degli anni, la sua tenacia. Ma più che altro ho amato Isabella, l'ho trovata infinitamente dolce e materna.
N.B.Il titolo della recensione sarà comprensibile solo a coloro che l'hanno letto.
Vi auguro una buona lettura.
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Commenti
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ho visto anche io solo ora i commenti, ho visto anche che Michela ti ha già spiegato tutto... effettivamente Daniel viene nominato solo alla fine, quindi è possibile che ti sia confusa O_o
Prova magari a rileggerlo ;-)
Ho finito la trilogia e sono rimasta contenta, farò passare un pò di tempo prima di iniziare gli altri...
Ciaoooooo
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