Dettagli Recensione
meraviglioso incubo americano
Il grande gatsby, non ha bisogno di presentazioni o di riassunti. Chi non lo conosce? Questo per me è la miglior opera di Fitz., o’ almeno la più riuscita. Un quadro, l’immagine dell’epoca degli anni prima della grande crisi che nel ’29 cambierà il mondo. Una realtà del sogno americano, che lascia delusi i più sensibili. Il lessico aulico, ricercato, riesce a creare metafore perfette per descrivere l’epoca. Sembra un sogno continuo come se la velocità la sregolatezza dell’epoca si rispecchiassero una società dove gli schiavi sgobbano e i ricchi vivono in una festa continua. Questo successo è illusorio perché tuttavia rimane un senso di vuoto e indifferenza, per esempio la triste vita che sceglie di proseguire Daisy con Tom. Questo ricorda un po’ Moravia. Il protagonista era un uomo diverso da quel torbido, diverso, di origini “non nobili” (la casa in West Egg patria dei nuovi ricchi). Si delinea un senso di differenza tra lui e Tom, di anomia direbbe Merton. Differente anche nell’animo poiché credeva nei sogni, nella speranza e nelle idee anche quando queste sono nefaste. Quando queste portano alla morte. Ma come si fa a non innamorarsi di questi uomini?